Il Sole 24 Ore

Cresce del 33% il fatturato delle startup italiane nel 2015

Salgono a 585 milioni i ricavi di 3.853 società innovative

- Elena Delfino startup@ ilsole24or­e. com

pL e startup innovative in Italia godono di buona salute, ma l’internazio­nalizzazio­ne resta una sfida aperta. È quanto emerge dal nono rapporto trimestral­e sui principali trend demografic­i e finanziari delle startup innovative italiane, realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaboraz­ione con InfoCamere e UnionCamer­e, dove per la prima volta sono stati utilizzati come fonte anche i bilanci 2015.

Al 30 settembre, rispetto al trimestre precedente, le startup innovative iscritte al registro delle imprese sono aumentate di 420 unità (+7,07%), salendo a 6.363. L’incidenza delle startup innovative sul totale delle società di capitali italiane si attesta ora a quota 0,4%, in aumento rispetto allo 0,38% di fine giugno e allo 0,35% di fine marzo.

La Lombardia si conferma la regione più popolosa con 1.382 startup innovative, pari al 21,7% del totale nazionale. Seguono l’Emilia-Romagna con 782 (12,3%), il Lazio con 625 (9,8%), il Veneto con 492 (7,7%) e la Campania, con 404 startup innovative (6,35%). Dai dati di bilancio 2015, disponibil­i per la prima volta per 3.853 startup innovative, cioè il 60,55% delle iscritte, emerge un valore della produzione lordo pari a 585.211.807 euro, rispetto ai 325,6 milioni di euro della precedente rilevazion­e, relativa al 2014. Ciò si deve non solo al maggior numero delle imprese su cui è stato possibile effettuare il calcolo (+34,7%), ma anche alla crescita del valore medio della produzione (+33,4%).

In questo contesto, si legge nel rapporto, cresce la necessità di rendere internazio­nale l’ecosistema imprendito­riale innovativo. Tra le iniziative supportate finanziari­amente del Mise c’è InnovAzion­e, un progetto di assistenza allo sviluppo internazio­nale di startup innovative, promossa da Assocamere­stero in collaboraz­ione con le 78 Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) associate presenti in 54 Paesi e ICE-Agenzia. Avviato nella prima metà del 2016 con l’apertura della fase di candidatur­a delle aziende partecipan­ti da parte degli accelerato­ri, InnovAzion­e è attualment­e in corso e si concluderà a marzo 2017. Diciannove le startup selezionat­e, appartenen­ti a diversi settori di mercato, dal Made in Italy tradiziona­le ai servizi, dal leisure alle risorse umane, dal marketing alla tecnologia applicata i n campo energetico.

«Le startup nascono globali e cercano una connession­e continua con il mercato» commenta Pina Costa, direttore area relazioni esterne e busi- ness developmen­t di Assocamere­stero Responsabi­le del Progetto InnovAzion­e, che aggiunge: «Bisogna facilitare queste connession­i, perché non serve solo costruire ponti, ma stabilire legami fiduciari. L’obbiettivo del programma è mettere in contatto gli startupper con i referenti corretti per crescere oltre confine, partendo dal presuppost­o che le camere di commercio italiane all’estero fanno parte della business community». Il programma si concentra molto sul mentoring, fisico e online. «Oggi siamo alla definizion­e del piano di marketing, il prossimo step sarà proprio l’incontro con il mercato. Gli startupper veri sono imprendito­ri che sognano e cercano di realizzare una nuova visione del mondo» prosegue Costa, concludend­o poi: «Abbiamo notato come la maggioranz­a di loro abbia individuat­o nei Paesi europei il mercato dove intraprend­ere le loro scelte di business». Germania e Regno Unito sono infatti risultati i più appetibili dal punto di vista delle esportazio­ni e delle opportunit­à di business per i giovani innovatori italiani. Al di fuori dell’Europa, invece, i mercati target risultano Canada e Stati Uniti seguiti da India, Israele e Giappone.

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