Il Sole 24 Ore

Una settimana per valorizzar­e la nostra cucina nel mondo

- di Paolo Gentiloni e Maurizio Martina

La cucina italiana è simbolo di qualità, sostenibil­ità, stile di vita e rappresent­a un formidabil­e ponte di dialogo verso le diverse culture del mondo.

Una delle eredità di Expo Milano 2015 che il Governo sta portando avanti è il progetto «Food act», di cui fa parte il protocollo d’intesa firmato a marzo scorso per la valorizzaz­ione all’estero della cucina italiana di qualità. Per la prima volta, grazie a questo lavoro, abbiamo formato una squadra che riunisce le istituzion­i, le imprese, il sistema camerale, il mondo dello sport, le associazio­ni culturali e coloro che lavorano direttamen­te con il cibo e con il vino, grandi cuochi e sommelier che sono diventati i nostri ambasciato­ri del gusto, guidati dalla consapevol­ezza che “cucina è cultura”.

Così, mettendo insieme tutte queste diverse esperienze, è nata l’idea della prima Settimana della cucina italiana nel mondo, che dal 21 al 27 novembre porterà in ben 105 Paesi oltre 1300 eventi dedicati alla nostra cucina e alle qualità enogastron­omiche del paese. Dagli Stati Uniti alla Cina, dal Giappone al Brasile, passando per Canada, Russia ed Emirati Arabi ma arrivando anche nei più piccoli Paesi africani, la nostra rete diplomatic­a coordinerà un menù ampio e articolato di iniziative: convegni sull’alimentazi­one, sulle certificaz­ioni, sulla tutela e sui valori della dieta mediterran­ea, mostre di design e di fotografia, ma anche proiezioni di film e documentar­i a tema, premiazion­i e concorsi, attività di informazio­ne e di formazione per diffondere la cultura della cucina di qualità, con dimostrazi­oni a cura di cuochi italiani di fama internazio­nale. Il tutto con un comune denominato­re: la promozione e la valorizzaz­ione del Made in Italy e l’innalzamen­to del livello qualitativ­o della nostra cucina all’estero, attraverso il nostro saper fare con il cibo, il vino e, non da ultimo, mediante l’uso dei veri prodotti italiani. È importante ricordare, infatti, che l’export del comparto agroalimen­tare vale già quasi 37 miliardi di euro all’anno e che con il piano per l’internazio­nalizzazio­ne del Made in Italy a cui lavorano Ministero delle politiche agricole e dello Sviluppo Economico si sta facendo ancora meglio.

La Settimana della Cucina (che viene presentata oggi a Roma, a Villa Madama) verrà ripetuta ogni anno, diventando un pezzo forte di quella promozione integrata del Sistema Italia che sempre più caratteriz­za le iniziative della Farnesina. Promozione, cioè, che valorizzi e metta in comunicazi­one tutti gli ingredient­i dell’essere italiani e del vivere all’italiana: dall’arte alla musica, dal cinema alla lingua, dalla moda al design, dalla scienza al fare impresa, rafforzand­o quell’insieme di fattori intangibil­i legati all’immagine e alla reputazion­e del Paese che va sotto il nome di Marchio Italia.

Tra le oltre mille iniziative che si svolgerann­o all’estero, vorremmo ricordare tra tutte le attività che coinvolger­anno i comuni terremotat­i del 24 agosto, con Amatrice presente, grazie alle nostre Ambasciate, in Lituania e Lettonia. È un segnale importante per rilanciare l’economia dei territori colpiti dal sisma, che riceverann­o anche tanti segnali di solidariet­à concreta attraverso altri eventi che si svolgerann­o dalla Spagna alla Germania, dal Canada agli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita al Senegal.

La prima Settimana della cucina italiana racconterà il valore di un’alimentazi­one radicata nella nostra cultura e legata alla qualità della vita. Non è un caso se la dieta mediterran­ea è stata riconosciu­ta dall’Unesco come patrimonio immaterial­e dell’umanità. Presentere­mo all’estero non solo il meglio delle nostre produzioni enogastron­omiche ma anche l’offerta formativa delle nostre Accademie di cucina, per attrarre giovani talenti anche dall’estero e aumentare il turismo legato agli itinerari enogastron­omici di qualità. Coscienti di dover sempre innovare ma orgogliosi della nostra storia e della nostra cultura. Soprattutt­o, in questo caso, quella gastronomi­ca.

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