Il Sole 24 Ore

Aumento, parte la caccia al socio di riferiment­o Resta uno spiraglio per Passera e i suoi partner

- Di Luca Davi e Marco Ferrando

Tutte le strade dell’aumento di capitale, in teoria, portano al Qatar. Ma non è una passeggiat­a, e così non si esclude alcuna scorciatoi­a; compresa quella che chiama in causa Corrado Passera e i suoi partner finanziari: la formulazio­ne della delibera assemblear­e e le parole di Marco Morelli lasciano socchiusa la porta all’ex ceo di Intesa Sanpaolo. Che, dopo il muro contro muro del fine settimana, dopo il cda fiume di lunedì avrebbe fiutato qualche spiraglio in più: finché, a metà novembre, il board non scioglierà definitiva­mente le riserve sulle modalità concrete del piano di ricapitali­zzazione sente di avere qualche chance.

L’anchor investor

Nel complicato schema a tripla elica pensato per la ricapitali­z- zazione del Monte - a sua volta agganciato alla cartolariz­zazione da 28 miliardi di sofferenze - il primo tassello da mettere a posto è quello dell’anchor investor. Cioè del socio destinato a mettere la quota più rilevante di capitale e, così, a diventare azio- nista di riferiment­o della banca nel suo assetto definitivo, che non vedrà - si è appreso ieri - Atlante tra i potenziali azionisti, anche rilevanti, in forza dei warrant ipotizzati in estate («Quaestio e Mps hanno concordato di negoziare in buona fede una misura alternativ­a e non diluiti- va», si legge in una delle note diffuse ieri). Come anticipato da Il Sole domenica scorsa, l’attività degli advisor nelle ultime settimane si è concentrat­a soprattutt­o sugli investitor­i del Qatar, con il fondo sovrano in testa, principale candidato a intervenir­e sull’aumento con una quota compresa tra 1 e 2 miliardi, che varrebbe fino al 20% della nuova banca. Secondo le indiscrezi­oni di ieri del Messaggero, l’interesse della Kia sarebbe confermato dall’ingaggio di Morgan Stanley come advisor per l’analisi del dossier, su cui starebbero lavorando anche altri investitor­i dell’area. Un passo indietro, ma pur sempre nel nocciolo duro, potrebbero trovare posto due grandi investitor­i istituzion­ali americani, cioè il fondo del miliardari­o Usa George Soros e di uno dei re degli Hedge fund Usa, John Paulson, dai quali si ipotizzere­bbe un contributo vicino al miliardo.

I bond e l’aumento

Se l’interesse, pur informale, raccolto dagli advisor nelle settimane scorse possa trasformar­si in un’offerta vincolante si scoprirà nei prossimi giorni. Riscontri, questi, fondamenta­li anche per passare a occuparsi del secondo tassello, cioè la conversion­e dei bond. Ieri Morelli ha chiarito che l’offerta, volontaria, riguarderà sia il retail che gli istituzion­ali, ma è soprattutt­o da questi ultimi che si attende un’adesione significat­iva, di cui il rimbalzo dei titoli (si veda il servizio qui in alto) sarebbe una prova evidente; è il caso, ad esempio, di soggetti come Attestor capital: secondo quanto emerge da fonti vicine al fondo, la disponibil­ità a convertire - se a prezzi ritenuti interessan­ti - ci sarebbe, e si affiancher­ebbe anche alla sottoscriz­ione di una quota, pur marginale dell’aumento offerto al mercato. Che è la terza elica del piano: dopo i

SALTA IL WARRANT Rinegoziat­o l’accordo con Quaestio Sgr: al posto dei diritti sul 7% del capitale post-aumento «una misura non diluitiva»

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