Seduta positiva per i corsi dei bond subordinati
La proposta di conversione dei bond subordinati in azioni Mps sarà erga omnes, investitori istituzionali e risparmiatori retail, «su base volontaria, senza nessun esborso per la banca». Lo ha detto l’Ad di Mps, Marco Morelli, nel corso della conference call di ieri con gli analisti. La conversione del debito subordinato, che interessa titoli per un controvalore complessivo di circa 4,2 miliardi, partirà solo dopo il via libera dell’assemblea del 24 novembre al piano e avrà una durata di una decina di giorni, prima dell’aumento di capitale. L’operazione dovrebbe servire, nelle intenzioni, ad alleggerire le necessità di rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi. Valutare la convenienza per i detentori dei subordinati di questa tra- sformazione (in gergo uno swap debito/ equity basato su un’offerta pubblica) è ancora arduo, in assenza del prospetto concrete. Ma è bastato l’annuncio, che conferma le indiscrezioni dei giorni scorsi, perché ieri i corsi dei titoli si muovessero al rialzo con apprezzamenti anche ingenti.
Secondo i dati di Eurotlx — il mercato che ha fatto segnare la maggior liquidità —, i prezzi dei cinque sub lower Tier II quotati di Mps per istituzionali (i tagli ingenti però non significano che non siano in mano anche a risparmiatori) hanno segnato oscillazioni anche consistenti. Tra l’apertura e la chiusura, il corso del subordinato Mps 30 novembre 2017 tasso variabile Isin XS0236480322 è rimasta stabile, ma il sub opzione call 15 gennaio 2018 tasso variabile Isin XS0238916620 ha segnato un rialzo di poco meno di tre figure a quota 79,51. Il Isin XS0415922730 tasso fisso 7% scadenza 4 marzo 2018 ha segnato un rialzo di quasi cinque figure a quota 77, il sub tasso fisso 5% Isin XS0503326083 scadenza 21 sprile 2020 è calato da 79,03 in apertura a 78,75 in chiusura. Il codice Isin XS0540544912 tasso fisso 5,6% scadenza 9 settembre 2020 ha aperto a 78,05 e chiuso a 78,79.
Movimenti analoghi, ma solo sull’internalizzatore sistematico di Mps Capital Services, ha fatto segnare il corso del titolo codice Isin IT0004352586. Si tratta del subordinato upper Tier II per risparmiatori (più rischioso dei lower Tier II per istituzionali) di Mps scadenza 15 maggio 2018 a tasso variabile. L’emissione non quotata, la maggiore con un controvalore da 2,16 miliardi e un taglio da 1.000 euro — l’apporto ai fondi propri a fine 2015 era pari a 961,34 milioni — ieri ha chiuso a 72, in rialzo del 2,128% sulla chiusura precedente a 70,5, ma in giornata è arrivata a toccare un prezzo massimo di 75,5. Il bond intorno alle 9.40 saliva di quasi 5 punti, con rendimento in discesa al 12,33% circa. A inizio ottobre il rendimento era oltre quota 19 per cento.
«Probabilmente l’annuncio più significativo di questa mattina è la conferma che gli investitori retail saranno coinvolti nello scambio, il che è positivo per i possessori istituzionali di debito subordinato Mps», scriveva ieri mattina in una nota Bnp Paribas. «Ci aspettiamo che i bond si stabilizzino su questi livelli finché non ci saranno ulteriori dettagli su questa operazione di liability management o chiare indicazioni di interesse per l’aumento di capitale da parte di investitori istituzionali». Mancano però ancora i dettagli. Mps spera di convincere i possessori dei subordinati a convertirli in azioni, ma i risparmiatori che a decine di migliaia detengono il bond retail potrebbero trovare non appetibile una proposta di swap che aumenti il profilo di rischio (da bond, per quanto subordinati, ad azioni) senza incentivi economici.
IL REBUS CONVENIENZA Per valutare l’appeal dell’offerta di scambio manca però ancora il prospetto Risparmiatori alla finestra in attesa di informazioni