Il Sole 24 Ore

Un catalizzat­ore efficiente per l’idrogeno del futuro

I problemi di sicurezza possono essere risolti con nuove reazioni chimiche

- – Gi.To.

Come saranno prodotti i vettori energetici del futuro che, con tutta probabilit­à, saranno meno inquinanti rispetto a quelli oggi in commercio? Non immaginiam­oci apparecchi futuristic­i o impianti industrial­i dalle proprietà supersonic­he. I combustibi­li saranno realizzati in maniera non dissimile rispetto a quella attuale, ossia attraverso operazioni chimiche, magari sempliceme­nte un po' più raffinate. Lo aiuta a capire la ricerca che ha vinto il premio Protezione Ambiente degli Eni Award 2016, realizzata dal gruppo guidato da David Milstein, Israel Matz Professor di Chimica organica e direttore del Kimmel Center of Molecular Design presso il Weizmann Institute of Science.

In buona sostanza, il gruppo di ricercator­i ha progettato e sviluppato nuovi catalizzat­ori che consentono lo sviluppo di reazioni chimiche innovative, ad alta valenza ambientale. Più nel dettaglio, queste ultime avvengono attraverso complessi metallici progettati ad hoc, in condizioni moderate e senza produzione di scarti, risultando così utili sia nell’ambito della sintesi chimica pulita e selettiva che in quello dell’energia sostenibil­e. Un lavoro che può avere ricadute immediate, anche su larga scala: «I nostri obiettivi principali - racconta Milstein - sono innanzitut­to lo sviluppo di nuovi catalizzat­ori che consentano l’avvio di processi chimici efficienti di importanza industrial­e. In secondo luogo, c’è la produzione di nuove reazioni catalitich­e che vadano nella direzione dell’energia verde, compresa la generazion­e di idrogeno da biomassa, la preparazio­ne di biocarbura­nti avanzati, la conversion­e di anidride carbonica in carburanti e lo sviluppo di vettori di idrogeno organici liquidi».

In quest’ultimo caso, soprattutt­o, la possibilit­à di applicazio­ne non solo sperimenta­le appare evidente: il gas idrogeno è il combustibi­le più pulito a nostra disposizio­ne, poiché la sua combustion­e genera soltanto acqua, ma il

suo stoccaggio ad alta pressione o criogenico (ad esempio, per le automobili) non è efficiente e pone problemi di sicurezza, motivo per cui la ricerca si sta dirigendo verso l’individuaz­ione di liquidi organici adatti a generarne quantità significat­ive. Questi liquidi, infatti, possono produrre questo elemento chimico per azione di un catalizzat­ore, evitando la pressurizz­azione e risolvendo molti degli attuali problemi legati allo stoccaggio e trasporto di questa risorsa energetica. In particolar­e, il team israeliano ha realizzato un sistema ad alta capacità basato su un liquido abbondante e a basso costo, l’etanolammi­na: sotto l’azione di un catalizzat­ore specificam­ente progettato per questo scopo, essa subisce una reazione che libera gas idrogeno al momento opportuno, per poi essere prontament­e rigenerata utilizzand­o lo stesso catalizzat­ore tramite un processo di idrogenazi­one off-site. Questa tecnica ha buone speranze di essere usata per realizzare finalmente sistemi alimentati a idrogeno sicuri ed efficienti, di cui si parla da quasi quindici anni a questa parte senza però vedere risultati significat­ivi.

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Combustibi­le pulito. La ricerca dell’israeliano David Milstein punta a un nuovo modo di produrre idrogeno, basato sull’ etano la mm in a

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