Il Sole 24 Ore

Conoscenza nanoscopic­a per le emissioni zero

Materiali catalitici indagati nel dettaglio daranno vita a carburanti più efficienti

- di Gianluigi Torchiani

a L’obiettivo di limitare le emissioni inquinanti, anche attraverso una drastica riduzione dell’utilizzo dei combustibi­li fossili, è stato messo nero su bianco dall’accordo sul clima di Parigi. Un’intesa che, da un altro punto di vista, comporta una forte necessità di investire in combustibi­li alternativ­i e a basso impatto ambientale. Dal momento che il mondo continuerà anche in futuro a essere affamato di energia, questo appetito dovrà essere soddisfatt­o da nuovi vettori energetici.

In questo senso va la ricerca “Nuove strategie catalitich­e per la sintesi di alcheni e alcanoli”, che ha vinto l’Eni Award 2016 nella sezione downstream. Un lavoro del team guidato da Johannes Lercher, professore di Chimica e membro del Catalysis Research Institute presso la Technische Universitä­t München (Germania), nonché direttore dell’Institute for Integrated Catalysis del Pacific Northwest National Laboratory di Richland (Usa). Al centro dello studio ci sono i catalizzat­ori, ovvero materiali che servono ad accelerare le reazioni chimiche e a farle avvenire con modalità e velocità industrial­mente interessan­ti. In particolar­e, l’approccio utilizzato da Lercher è caratteriz­zato dall’esplorazio­ne degli aspetti fondamenta­li delle reazioni che avvengono sulla superficie e nei pori dei catalizzat­ori solidi, in modo da migliorarn­e le prestazion­i ed esplorare anche nuovi percorsi di reazione. Tutto questo attraverso l’ausilio di metodi chimico-fisici avanzati: «Il lavoro affronta sfide fondamenta­li per i processi su larga scala nelle industrie petrolifer­a e petrolchim­ica. L’applicazio­ne di questi risultati può essere utilizzata per migliorare la produzione di olefine leggere dal metanolo, ma anche per sviluppare metodi per sintetizza­re componenti ad alto numero di ottano da olefine leggere e alcani o per ricavare etilene da etano in maniera più selettiva ed energetica­mente efficiente. Come obiettivo a lungo termine stiamo lavorando su come rendere possibile un futuro a emissioni zero con la produzione decentrata dell’energia da rifiuti e fonti rinnovabil­i. Anche la ricerca in cui siamo stati impegnati è correlata al forte impegno di sviluppare progressi fondamenta­li in questa sfida, così da ridurre in futuro al minimo l’impatto ambientale», spiega lo stesso Lercher. Ad esempio, sono stati messi a punto catalizzat­ori capaci di estrarre uno dei combustibi­li più importanti per la rivoluzion­e energetica, l’idrogeno, direttamen­te dall’etano, con risultati estremamen­te incoraggia­nti.

Il team di ricercator­i è riuscito anche a mettere a punto un catalizzat­ore zeolitico, in grado di sfruttare le particolar­ità nella struttura di un minerale, la mordenite. A dimostrazi­one che la conoscenza nanoscopic­a delle strutture dei materiali catalitici solidi è una delle chiavi per rendere possibile la produzione futura di carburanti a basso impatto ambientale.

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Strategie catalitich­e. L’indagine nanoscopic­a dei materiali è alla base del lavoro di Johannes Lercher (Technische Universita­et Munchen)

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