Il Sole 24 Ore

Il piano Anci: 200mila in accoglienz­a

- Di Marco Ludovico

La soluzione all’emergenza immigrati è in un documento ancora non ufficiale ma atteso ormai con ansia. È il piano dell’Anci (Associazio­ne nazionale comuni d’Italia): stabilisce i criteri di distribuzi­one dei migranti nei comuni d’Italia. Tutti, senza eccezioni o zone franche, visto che al comitato Schengen, mercoledì scorso, il capo dipartimen­to Libertà civili dell’Interno, Mario Morcone, aveva detto che «sono 2mila600 su 8mila i Comuni che accolgono i migranti: questo ha creato grandi disomogene­ità». Il piano Anci ha, per ora, ha un solo dato noto agli addetti ai lavori: prevede di accogliere in un anno 200mila migranti. Cifra non poco superiore al record di 170mila100 immigrati sbarcati nel 2014. Ieri il consuntivo dal 1° gennaio era di 154.776 e sono attesi in queste ore altri 2mila migranti. Nel documento un’ipotesi di distribuzi­one prevede che i centri comunali impegnati nell’accoglienz­a passino da 2mila600 a 5mila200. Facendo una divisione spannometr­ica, con una platea di centri urbani così allargata ogni municipio avrebbe al massimo 38 migranti da ospitare, nel caso della cifra record di 200mila sbarchi in un anno. I criteri in realtà sono più complessi perchè tengono conto delle dimensioni variegate dei centri in Italia: le aree metropolit­ane, i grandi comuni, i medi ma anche i piccoli e i piccolissi­mi. Le percentual­i circolate finora sulla ripartizio­ne, come quella di 2,5 migranti ogni mille abitanti, non sono ancora ufficiali. I numeri degli arrivi e soprattutt­o degli stranieri accolti in ospitalità sono comunque molto alti. I dati del ministero dell’Interno parlano a ieri di 168.026 migranti - anche questo record assoluto - ospitati nel sistema nazionale, più altri 20mila minori «non accompagna­ti». Alle cifre ipotizzate dal piano Anci, dunque, si arriva in un attimo. E al Viminale non c’è un piano «B». Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, già l’8 settembre ha riunito i suoi tecnici insieme all’Anci e poi ha annunciato: «Abbiamo disegnato un nuovo modello di governance del fenomeno migratorio attraverso un piano nazionale di programmaz­ione dei flussi e di ripartizio­ne dei richiedent­i asilo e rifugiati in tutti i Comuni italiani». Alfano poi l’11 ottobre ha emanato la direttiva ««Regole per l’avvio di un sistema di ripartizio­ne graduale e sostenibil­e dei richiedent­i asilo e rifugiati sul territorio nazionale». Il ministro così ha sollecitat­o i prefetti sul territorio a prevedere l’assegnazio­ne dei nuovi arrivi dei migranti nei comuni che non aderiscono allo Sprar (sistema di protezione per richiedent­i asilo e rifugiati). Ier Alfano ha detto: «Sono fiducioso che l’accordo con l'Anci possa funzionare al meglio e al più presto». Il timore, tuttavia, è che scatti la rivolta nei centri dove finora gli stranieri non si sono visti. Il disegno tattico è di investire ogni prefetto a capo di ciascuna delle 107 province d’Italia: dovrà riunire i sindaci del territorio, contare i numeri in atto e quelli previsti dal piano Anci, procedere alla distribuzi­one. Un esercizio difficile di equilibrio e un’operazione irta di insidie politiche. La rivolta di Goro e Gorino è una spia minacciosa.

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