Exor-Fca al top per ricavi tra i gruppi italiani
Enel vince il confronto sugli utili - Banche più «liquide» ma impieghi in calo
Il prossimo anno il gruppo Exor-Fiat/Chrysler non sarà più in vetta alla classifica delle Principali società italiane compilata, come da tradizione, dall’ufficio studi di Mediobanca. Ma questo non per il distacco con la seconda in graduatoria - in termini di fatturato l’aggregato che fa capo alla famiglia Agnelli è quasi doppio - bensì perchè orami la filiera ha completato il trasloco all’estero. Con 136,36 miliardi di ricavi contabilizzati nel 2015 il conglomerato che per il 75% viaggia a quattro ruote si conferma, per il secondo anno consecutivo, il primo gruppo industriale della Penisola, evidenziando una crescita dell’11,5% nei dodici mesi considerati (che sarebbe del 13,5% su base omogenea).
Più sotto qualcosa è già successo. Enel infatti ha conquistato il secondo gradino del podio, con 73,95 miliardi di ricavi, a scapito di Eni che, dopo aver deconsolidato Saipem e Versalis, è scivolata in terza posizione, con 67,74 miliardi di fatturato, dato che risente anche del calo del prez- zo del petrolio (-47% il prezzo del barile in dollari nel 2015). La compagnia energetica, su base omogenea, dimagrisce del 27,3%: il giro d’affari l’anno prima arrivava a 93,2 miliardi, 25,5 miliardi in più. Nella top ten da segnalare l’ascesa di Edizione (Benetton) che passa dalla decima all’ottova posizione, con 11,4 miliardi di ricavi e una spinta che arriva in particolare dall’estero, dove la crescita dell’11% si confronta con un ben più modesto +0,9% del mercato domestico.
Se si guarda alle prime venti posizioni si registra un solo ingresso: Parmalat, sotto il controllo dei francesi di Lactalis, che che si piazza al 18-esimo posto. Dei primi venti gruppi, sette sono a proprietà pubblica, otto a controllo straniero.
Fuori classifica, perchè non hanno sede in Italia, il gruppo Techint-Tenaris, che sarebbe il sesto per dimensioni dietro Telecom e Ferrero, che sarebbe decimo. Più sotto: Vodafone Italia, che ha riportato nella Penisola la sede legale, entra al 21esimo posto; De Agostini, che ha rilevato Game Technology, con sede a Las Vegas, guadagna sette posizioni salendo al 22esimo posto.
Per organico, il maggior gruppo è sempre Exor con 303mila dipendenti, livelli occupazionali da inizio anni ’80, anche se allora l’82% del personale lavorava in Italia, mentre oggi ne resta circa un quarto del totale. Segue Poste italiane con 143.700 dipendenti (-0,6% rispetto al 2014) e quindi Luxotti- ca con 78.933 unità (+1,5%).
Il criterio dimensionale non è sempre garanzia di redditività. E, infatti, la classifica per risultato netto ne esce rivoluzionata. Guardando al biennio 2014-2015, Enel è prima con utili netti per 2,7 miliardi, davanti a Snam con 2,4 miliardi e Edizio- ne con 1,7 miliardi. In quarta posizione Luxottica (1,44 miliardi), seguita da Telecom (1,27 miliardi), Terna (1,14 miliardi) e Exor (1.067 milioni). La graduatoria in rosso è guidata da Eni, che ha perso 8,8 miliardi nel 2015, mentre aveva registro un utile di 1,3 miliardi l’anno prima. Nel biennio, dopo Eni, c’è Edison che ha cumulato 940 milioni di perdite, l’ex Alitalia con 866 milioni e Riva Forni Elettrici con 510 milioni.
Guardando al debito, Exor, pur avendo ridotto l’ammontare del 4,8% a 57,3 miliardi, è il gruppo che nel 2015 risulta più esposto. Segue Enel (-7,5% a 52,8 miliardi), quindi Telecom (34,5 miliardi, debiti sostanzialmente stabili rispetto all’anno prima) e Eni (27,8 miliardi, +7,3% sul 2014). Eni però ha un rapporto debiti finanziari/ mezzi propri inferiore al 100%. In assoluto, il maggior livello di indebitamento rispetto ai mezzi propri è quello di Wind, con un rapporto che nel 2015 era pari a 20,3 volte.
Nella graduatoria del credito per totale dell’attivo tangibile, ai dati di bilancio 2015(il criterio è sempre dimensionale), UniCredit si conferma davanti a Intesa-Sanpaolo. Al terzo posto c’è Cdp che, pur essendo di natura “atipica”, è stata classificata tra le banche. Il Montepaschi si colloca in quarta posizione, davanti a Banco Popolare e Ubi. Il rapporto Mediobanca segnala che nel sistema i crediti alla clientela sono diminuiti di 15,4 miliardi (- 1,1% a 1.437 miliardi) e si riducono più della raccolta, calata di 6,4 miliardi (-0,4% a 1.642 miliardi). E questo nonostante la liquidità sia cresciuta di 3,9 miliardi (+24,2%) portandosi a 20 miliardi. A fine 2015, secondo i dati dell’ufficio studi di Piazzetta Cuccia, i crediti deteriorati netti ammontavano a 198,1 miliardi, pari all’11,3% dei crediti verso la clientela.
Nel settore assicurativo, Generali resta regina delle polizze con 70,3 miliardi di premi lordi (+6,2%)nel 2015. Da segnalare il balzo di Poste Vita che, con un incremento del 17,5% dei premi lordi a 18,2 miliardi, passa dalla quarta alla seconda posizione, sorpassando Unipol (-12,4% a 15,6 miliardi) e Intesa-San-Paolo Vita (-24,9% a 12,5 miliardi).
Nel 2015 i premi lordi delle 107 compagnie d’assicurazione censite (che rappresentano il 99% del sistema) sono ammontati a 149,9 miliardi (+2,7%). Il ramo Vita è cresciuto del 4% (+29% nel 2014), mentre i premi del ramo Danni sono calati dell’1,5% (-2,6% l’anno prima).
PANORAMICA 2015 Nelle prime venti posizioni dell’industria italiana, sette gruppi sono a proprietà pubblica e otto gruppi sotto controllo straniero