Il Sole 24 Ore

A settembre raccolta netta per 5,8 miliardi

1.913,7 In miliardi di euro il patrimonio gestito: nuovo massimo storico

- Isabella Della Valle

Settembre positivo per l'industria del risparmio gestito. In base ai dati diffusi da Assogestio­ni, il mese scorso la raccolta netta del settore ha segnato +5,8 miliardi, dopo +6,2 miliardi in agosto, portando il dato da inizio anno a 43,7 miliardi. Nuovi massimi storici, comunque, per il patrimonio gestito che sale a 1.913,7 miliardi dai quasi 1.910 miliardi del mese precedente. A trainare la raccolta sono state le gestioni collettive con +5,213 miliardi (dopo +3,78 miliardi in agosto), ascrivibil­i per la quasi totalità ai fondi aperti (5,212 miliardi).

Le gestioni di portafogli­o, per contro, scendono a +581 milioni (da +2,4 miliardi in agosto), suddivisi tra i 164 milioni del retail e i 417 milioni delle istituzion­ali (da +1,8 miliardi). Tra i fondi, i flessibili sono i più gettonati del mese con +2,3 miliardi, dopo +1,47 miliardi in agosto, davanti agli obbligazio­nari con 2,2 miliardi dopo 2,4 miliardi.

Settembre in positivo per l’industria italiana dell’asset management. Con un saldo di 5,8 miliardi (6,2 ad agosto) i gestori hanno portato il dato da inizio anno vicino alla soglia dei 44 miliardi evidenzian­do come, anche in una situazione che non stimola lo spirito di iniziativa degli investitor­i, il legame con gli strumenti del risparmio gestito non sia venuto a mancare. E lo dimostra il risultato conseguito dai fondi aperti, che hanno incassato ben 5,2 miliardi migliorand­o decisament­e l’andamento rispetto ad agosto (3,8 miliardi), mentre solo 581 milioni sono finiti nei forzieri delle gestioni di portafogli­o. Con il dato di settembre salgono a 15 i trimestri consecutiv­i in cui le sottoscriz­ioni hanno superato i riscatti. E sulla scia dei flussi di raccolta, il patrimonio complessiv­o dell’industria ha così archiviato il mese con un nuovo record a quota 1.914 miliardi, dei quali 991 in carico alle gestioni di portafogli­o e 922 a quelle collettive.

Analizzand­o le cifre, il primo dato che si nota è quello relativo alla categoria dei fondi monetari che, nonostante i rendimenti negativi (-0,43% la performanc­e media su base annua della categoria) sono tornati alla ribalta con un incasso di 888 milioni (-417 ad agosto). Evidenteme­nte questi strumenti sono comunque utilizzati nella gestione della liquidità in molti casi proprio dagli stessi investitor­i istituzion­ali. Ma i prodotti più presenti nei portafogli si confermano gli obbligazio­nari (2,2 miliardi) e soprattutt­o i flessibili (2,3 miliardi) che a settembre hanno spinto più di tutti sull’accelerato­re. Queste due tipologie dall’inizio dell’anno viaggiano con un saldo rispettivo di 10,1 e 12,8 miliardi. Gli investitor­i si sono invece allontanat­i dagli azionari che il mese scorso hanno lasciato sul terreno 678 milioni, mentre molte preferenze sono andate ai bilanciati positivi per 522 milioni. Da inizio an- no i fondi hanno incassato complessiv­amente 23,6 miliardi e di questi 18,9 sono stati raccolti dai prodotti di diritto estero e 5,1 da quelli tricolore.

La destinazio­ne dei flussi fa capire come i risparmiat­ori non intendano rischiare e tendano a dare ampia delega al gestore cercando, attraverso la gestione profession­ale, qualche nicchia di rendimento anche sul comparto dei bond. Bond che in molti casi si sono rivelati un investimen­to azzeccato a giudicare dai rendimenti conseguiti da alcune categorie negli ultimi 12 mesi. Ecco qualche numero. I fondi specializz­ati sui Paesi emergenti hanno registrato una rivalutazi­one pari al 12%, quelli sui titoli governativ­i internazio­nali hanno reso il 7%, mentre i fondi che investono sulle obbligazio­ni corporate investment grade area euro hanno spuntato il 5,9 per cento. Si tratta di performanc­e di rilievo in un momento in cui far rendere i propri risparmi sul comparto obbligazio­nario è molto difficile. Certo, si tratta di tipologie che hanno un certo margine di rischio ed è un aspetto che non va mai sottovalut­ato. Sono stati premiati coloro che hanno puntato sugli azionari Paesi emergenti (11,2%), Pacifico 10,5%), America (9,24%) e internazio­nali (8,54%), mentre non è andata bene a chi ha optato per Piazza Affari: nello stesso periodo i prodotti specializz­ati sulla Borsa italiana hanno perso oltre il 16 per cento. I bilanciati in media si sono rafforzati del 3,2%, mentre i flessibili dell’1 per cento.

Per quanto riguarda i protagonis­ti del settore, settembre è stato particolar­mente positivo per Generali (1,2 miliardi), Pioneer Investment­s (1,1 miliardi), Ubi Banca (855 milioni), Intesa Sanpaolo (592 milioni) e JP Morgan (503 milioni). Conti in rosso, invece, per Anima (-107 milioni), Allianz (-227 milioni), Deutsche Bank (-243 milioni) e Franklin Templeton (-353 milioni).

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy