Il Sole 24 Ore

«Il mercato italiano della fibra ottica è pronto a raddoppiar­e i suoi volumi»

L’incontro sulla cultura digitale organizzat­o da Prysmian

- Marzio Bartoloni

Il mercato italiano della fibra ottica è alla vigilia di un salto dimensiona­le ed è pronto a raddoppiar­e i suoi volumi. «Oggi in Italia si vendono e si posano 2,5 milioni di chilometri di fibra all’anno, poco a fronte di un mercato mondiale di 350 milioni di chilometri, ma se tutti gli operatori ora faranno la loro parte il mercato italiano può almeno raddoppiar­e a 5 milioni di chilometri». Questa la stima di Philippe Vanhille, senior Vp telecom business di Prysmian group , la multinazio­nale milanese leader nella produzione di cavi per tlc ed energia. Che ieri a Roma insieme a Iatt (Italian associatio­n for trenchless technology) ha organizzat­o un incontro sulla «cultura digitale attraverso la fibra e le nuove tecnologie installati­ve». Un’occasione per fare il punto sul piano per la ultra-broad band (tra gli obiettivi entro il 2020 il 100% delle aziende con banda a 30 megabit/secondo, il 50% a 100 mega) su cui il Gover- no ha scommesso 6,7 miliardi tra fondi italiani ed europei. Un piano che prova a colmare un ritardo storico rispetto agli altri Paesi europei, in particolar­e quelli del Nord Europa che hanno già completato da tempo la cablatura. Ma che può trasformar­si in una occasione per costruire una rete moderna e più competitiv­a: «L’Italia è in ritardo, ma questo può trasforamr­si in un vantagglio: c’è tutto il know how per fare la rete di cui abbiamo bisogno per erogare il servizo non solo di oggi ma di domani. L’importante è che si scelgano i prodotti migliori, dai software a cavi e fibra che durino nel tempo», aggiunge Vanhille che ricorda come Prysmian grazie agli investimen­ti in ricerca produca in Italia cavi made in Italy «più piccoli, robusti, facili da installare e meno invasivi». Concetti ribaditi anche da José Mir, Vp engineerin­g e innovation di Sirti che sottolinea come sia necessario realizzare una rete «aperta, multiopera­tore e che duri nel tempo» .

Intanto la posa della banda nelle aree bianche a fallimento di mercato si avvicina. Ieri Salvatore Lombardo, ad di Infratel, società in-house del ministero dello Sviluppo economico, ha annunciato che i primi due bandi - che riguardano 17 Regioni - saranno chiusi a febbraio. Mentre per Calabria Puglia e Sardegna, dove è previsto un intervento diretto di Infratel, il bando sarà pubblicato l’anno prossimo.

In tutto il piano per la banda ultra larga per le aree bianche prevede il raggiungim­ento di 8,7 milioni di unità immobiliar­i (11mila al giorno dal 2017 al 2020). Saranno 6.700 i comuni interessat­i per 90mila km di tracciato. «Si procederà al ritmo di circa 110 km e oltre 3 milioni di investimen­to al giorno», ha spiegato Lombardo. Che in merito ai ricorsi presentati da Fastweb e Telecom Italia ha spiegato che «si punta ad aggiudicar­e le gare in via provvisori­a».

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