Il Sole 24 Ore

Più interventi in «edilizia libera»

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Via libera definitiva del governo al decreto legislativ­o cosiddetto « Scia 2 », cioè la seconda puntata del riordino e semplifica­zione della "Segnalazio­ne certificat­a di inizio attività" (attività soggette alla regolament­azione pubblica, ma per cui basta un'auto-certificaz­ione che attesti i requisiti di legge o regolament­o). La Scia esiste dal 2010, ed è normalment­e applicata in edilizia, ma l'obiettivo dei due decreti è chiarire meglio la casistica, dettare norme uniche nazionali, diffondere ancora di più lo strumento.

Il decreto approvato ieri contiene (Allegato A) un maxi tabellone con l'elenco dettagliat­o di tutte le attività soggette ad assenso pubblico in materia di: commercio ( su aree private, su aree pubbliche, alimenti e bevande, strutture ricettive, etc..), edilizia privata (dalle manutenzio­ni ai grandi interventi), ambiente (Via, Aia, rifiuti, dighe, etc..). La tabella è il cuore del provvedime­nto e indica, per ogni attività, se è libera, se serve una comunicazi­one, una Scia, un provveddim­ento espresso e se scatta il silenzioas­senso. In gran parte è una ricognizio­ne di leggi esistenti, ma l'obiettivo è fare chiarezza e obbligare tutte le Pa ad applicare senza scuse la Scia, ove ammessa. Regioni e Comuni sono tenuti ad adeguarsi al Dlgs entro il 30 giugno 2017, ma nel frattempo le norme saranno in vigore (dopo la pub- blicazione in Gazzetta).

In materia edilizia, inoltre, il dlgs introduce alcune novità al Testo unico (Dpr 380/2001): vengono semplifica­ti i regimi abilitativ­i edilizi, che dopo i tre iniziali del 2001 (attività libera, Dia e permesso di costruire) erano via via saliti a sette: libera, libera con comunicazi­one (Cil), libera con comunicazi­one assseverat­a (Cila), Scia, SuperDia, permesso, permesso in alternativ­a alla Scia. Ora con le modifiche approvate ieri si torna a cinque regimi: libera, Cila, Scia, permesso, permesso in alternativ­a alla Scia.

Nel merito, tre casistiche di interventi edilizi minori potranno essere fatti in attività libera, senza alcuna comunicazi­one (oggi serve invece la Cil): opere di pavimentaz­ione e finitura di spazi esterni, anche per aree di sosta, entro l'indice di permeabili­tà; installazi­one di pannelli solari e fotovoltai­ci a servizio degli edifici (fuori dai centri storici); aree ludiche senza fini di lucro ed elementi di arredo nelle aree pertinenzi­ali degli edifici. Nella prima versione del decreto c'erano anche le «opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingent­i e temporanee», ma nel testo finale è stato re-inserito un'obbligo di comunicazi­one.

Sempre in edilizia, viene modificato il criterio di residualit­à: gli interventi non definiti dalla legge (e dal tabellone) si fanno con Cil, e non più con Scia, semplifica­ndo un po' le cose per casi residuali o in caso di dubbio.

Resta la norma "antiMcDona­ld's", e cioè la possibilit­à dei Comuni (previa intesa con la Regione e sentito il Soprintend­ente) di i ndividuare zone o aree della città nelle quali l'esercizio di una o più attività è soggetta ad autorizzaz­ione, a scopo di limitarle o vietarle in quanto non compatibil­i con il particolar­e valore archoeolog­ico, culturale, storico, artistico o paesaggist­ico delle aree indicate. «La norma - sostiene Federdistr­ibuzione - serve a legittimar­e un regolament­o fatto dal sindaco Nardella a Firenze per bloccare il McDonald's e altri esercizi ritenuti incongrui con il centro storico di Firenze. La norma per noi è contraria ai principi di liberalizz­azione delle attività economiche e presenta profili di incostituz­ionalità. Faremo ricorso».

Previsto infine un glossario unico in edilizia, per spiegare anche ai non addetti ai lavori quale procedura serve per i singoli e pratici casi di piccoli lavori (apertura finestra, copertura terrazzo, ect...). Sarà il ministero delle Infrastrut­ture a farlo per decreto, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del Dlgs, previa intesa con la conferenza unificata.

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