Il Sole 24 Ore

Misura equa per le profession­i Nuova forzatura per le Casse

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L’estensione del cumulo gratuito anche alle Casse di previdenza privata costituisc­e una misura di equità verso i profession­isti che nel corso della carriera sono passati attraverso varie gestioni previdenzi­ali. La possibilit­à di raggiunger­e l’assegno anticipato e di vecchiaia attraverso la somma gratuita dei contributi costituirà un’alternativ­a rispetto alla ricongiunz­ione onerosa e anche rispetto alla totalizzaz­ione. Entrambe queste misure, infatti, comportano, per i profession­isti, un pegno rilevante. La ricongiunz­ione presuppone il pagamento del 100% della riserva matematica, vale a dire l’onere che si calcola moltiplica­ndo l’incremento della quota di pensione nella gestione interessat­a per determinat­e tariffe di conversion­e legate all’età di chi ricongiung­e e ai contributi versati. La totalizazi­one, invece, è subordinat­a, in buona parte dei casi, al calcolo della quota di pensione a carico delle Casse profession­ali con il sistema contributi­vo, a meno che nell’ente privato non si raggiunga in modo autonomo il requisito al pensioname­nto.

Dunque, la possibilit­à del cumulo per ottenere la pensione diventa uno strumento prezioso, nella consapevol­ezza che anche nel mondo profession­ale lo spezzettam­ento delle carriere è sempre più una realtà. Il problema è ora capire come funzionerà una norma pensata sostanzial­mente per la previdenza pubblica - per i lavoratori dipendenti, per gli autonomi e per gli iscritti alla Gestione separata - e per «le forme sostitutiv­e ed esclusive della medesima» (dall’Inpdai al fondo per i lavoratori dello spettacolo). Occorrerà, cioè, verificare come impatteran­no i requisiti per il cumulo con le condizioni per il pensioname­nto previste nelle varie Casse profession­ali. Va infatti notato che la possibilit­à di cumulare è subordinat­a al raggiungim­ento dei requisiti per il pensioname­nto di vecchiaia nell’Inps. Per questo assegno, nel 2017, saranno richiesti 66 anni e sette mesi per gli uomini e per le donne del pubblico impiego, 65 anni e sette mesi per le dipendenti e 66 anni e un mese per le lavoratric­i autonome.

Il cumulo consentirà anche di raggiunger­e la pensione anticipata, che nella gestione pubblica richiederà, nel 2017, 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne.

Tutti questi requisiti sono soggetti all’aspettativ­a di vita, che dunque “contaminer­à” anche le condizioni per l’assegno conseguibi­le con “segmenti” di contributi delle Casse profession­ali.

Per gli enti privati, l’unica consolazio­ne rispetto all’invasione di campo da parte del legislator­e statale nella loro autonomia ordinament­ale, potrebbe essere la copertura finanziari­a della misura. Occorrerà verificare come agirà la salvaguard­ia finanziari­a, senza la quale le Casse sarebbero obbligate a rifare i bilanci tecnici poiché il legislator­e continua a interferir­e in un mondo che dovrebbe vivere di regole autonome, nel rispetto della sostenibil­ità finanziari­a.

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