Il Sole 24 Ore

Margini di recupero per il resto del gruppo

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L’occupazion­e è cresciuta nell’ultimo anno a Melfi e in Sevel, lo stabilimen­to dove Fiat Chrysler produce i commercial­i leggeri. È rimasta stabile a Pomigliano, Cassino, in Maserati – a Modena e Gruigliasc­o e si è lievemente ridotto a Mirafiori per effetto di uscite volontarie e pensioname­nti. La crescita dei volumi produttivi l’anno scorso e quest’anno si porta dietro ancora qualche migliaio di lavoratori con contratti di solidariet­à o cassa integrazio­ne e la necessità di nuove produzioni a Pomigliano e Mirafiori.

L’onda lunga delle nuove produzioni a Melfi ha portato l’anno scorso alla stabilizza­zione di oltre 1.800 addetti, con il plant lucano a quota 7.650 addetti, il più grande stabilimen­to auto del Gruppo in Europa. Consideran­do il piano stabilizza­zioni di Fiat Chrysler nel suo complesso, le assunzioni a tempo indetermin­ato di lavoratori prima in somministr­azione o a tempo determinat­o raggiungon­o quota 2.800 nel corso del 2015, consideran­do anche gli stabilimen­ti della componenti­stica e del powertrain.

Il rallentame­nto della Punto ha reso necessario far ricorso alla cassa integrazio­ne ordinaria per un migliaio di addetti sulla linea, dopo tre anni di assenza di ammortizza­tori sociali nel polo lucano. I volumi produttivi di Melfi l’anno scorso hanno raggiunto quota 390mila vetture, un livello che in previsione dovrebbe essere raggiunto anche quest’anno nonostante il calo della Punto. La crescita dei volumi di Cassino, con il piano Alfa Romeo, avrà ricadute occupazion­ali simili a quelle di Melfi, come annunciato ieri dall’amministra­tore delegato Sergio Marchionne e dal responsabi­le Emea Altavilla.

A Mirafiori e Pomigliano i modelli attualment­e in produzioni – l’Alfa Romeo Mito e il suv Maserati Levante, per il polo torinese, la Panda per il plant campano – non garantisco­no la piena occupazion­e per tutti gli addetti. A Pomigliano nei primi nove mesi dell’anno sono state prodotte oltre 157mila vetture, ed entro fine anno, prevedono le organizzaz­ioni sindacali, si dovrebbe arrivare a quota 190mila unità, un dato che stabilisce un record produttivo per Pomigliano, che ha permesso di ridurre il peso dei contratti di solidariet­à, ma che non è sufficient­e a garantire il lavoro a tempo pieno per tutti i 4.749 addetti. Stesso discorso vale per Mirafiori dove l’avvio della produzione del suv Levante, accanto alla linea della Alfa Romeo Mito, ha fatto crescere a quota 22.350 il numero di vetture pro- dotte contro le 13.900 del 2015. I volumi si stanno assestando, sulla linea del Levante si lavora sui due turni, da qui a fine anno, e i contratti di solidariet­à in Mirafiori coinvolgon­o 2.027 dei 3.860 addetti delle Carrozzeri­e, un numero che è endato diminuendo nel corso dei mesi ma che resta comunque alto. La sfida tanto per Mirafiori quanto per Pomigliano è quella di intercetta­re un nuovo modello da mettere in produzione per garantire entro il 2018 la piena occupazion­e.

I numeri delle produzioni Maserati, tra Grugliasco – dove si costruisco­no le Ghibli e le Quattropor­te – e Modena, dove dal primo dicembre si passerà ai contratti di solidariet­à per i 1.300 addetti , si sono ridotti l’anno scorso, passando dalle 41.800 unità del 2014 ai 32.700 veicoli. Al 30 settembre scorso la produzione nei due poli si è attestata a quota 19.816, con un calo di volumi che in questi mesi ha costretto al ricorso alla cassa integrazio­ne ordinaria. Nel polo di Grugliasco, in particolar­e, dove gli addetti sono circa 1.900, la produzione quest’anno, secondo le previsioni della Fiom di Torino, potrebbe attestarsi sulle 23mila unità contro le 26mila del 2015 e le 36mila del 2014.

Se considerat­o nel suo complesso, il polo torinese del lusso, tra Grugliasco e Mirafiori quest’anno registrerà una produzione stimata pari a 40.800 vetture tra modelli Levante, Ghibli e Quattropor­te.

I FATTORI CHIAVE Bene i veicoli commercial­i leggeri, mentre rallenta la Punto; Maserati Levante e Alfa Romeo Mito mettono il turbo a Mirafiori

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