Il Sole 24 Ore

Edilizia in legno, sfida in Nord Africa e Medio Oriente

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pLa strategia è quella di guardare agli sviluppi sul mediolungo periodo, senza lasciarsi influenzar­e dai segnali congiuntur­ali di instabilit­à a cui i Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa hanno storicamen­te abituato gli imprendito­ri italiani.

«Due elementi rendono questi mercati sbocchi potenziali importanti­ssimi per la filiera italiana del legno, dai produttori di macchinari e tecnologie, alle aziende del pannello e delle finiture, a quelle delle costruzion­i – spiega Paolo Fantoni, consiglie- re di Made Eventi, la società di Federlegno­Arredo che organizza la fiera dell’edilizia e dell’architettu­ra Made Expo –. La tradiziona­le mancanza della materia prima legno, che rende spesso più convenient­e importare i semilavora­ti piuttosto che i tronchi grezzi, e il forte tasso di urbanizzaz­ione, che porta con sé importanti investimen­ti nell’edilizia pubblica e privata».

Ecco perché il roadshow organizzat­o per promuovere la prossima edizione di Made (dall’8 all’11 marzo 2017 in Fiera Rho a Milano) punta proprio su questi Paesi, a cominciare dagli Emirati Arabi Uniti, dove martedì si è tenuta la prima tappa, per proseguire con l’Algeria e il Marocco (rispettiva­mente il 14 e 15 dicembre). Nell’ottica di un rafforzame­nto del carattere internazio­nale della fiera milanese, che nel 2015 aveva registrato il 12% di visitatori dall’estero, con 36mila operatori stranieri su 208mila presenze comples- sive. L’obiettivo è aumentare la quota di internazio­nalizzazio­ne delle imprese del legno, oggi ferma al 20-25% contro il 5055% delle imprese “cugine”, quelle dell’arredament­o. «Dobbiamo convincere gli imprendito­ri a investire non soltanto in macchinari e tecnologie, ma anche in export manager», aggiunge Fantoni.

Lo scenario internazio­nale è infatti favorevole: secondo l’ultimo rapporto Ance sulla presenza delle imprese di costruzion­e italiane nel mondo, il 2015 ha rappresent­ato per l’edilizia made in Italy l’undicesimo anno consecutiv­o di espansione oltre i confini nazionali, con un ruolo importante giocato proprio dai Paesi di Medio Oriente e Nord Africa. «Sono convinto dell’importanza di posizionar­e l’Italia come partner commercial­e privilegia­to per queste aree – prosegue Fantoni – sia per la vendita di semilavora­ti o prodotti finiti, sia per la fornitura di macchinari e tecnologie per lo sviluppo delle industrie nazionali». A favore dell’Italia gioca infatti anche il gap di competenze nella lavorazion­e del legno e dei prodotti in questi Paesi. Poco incide, nelle strategie delle imprese, il dato delle esportazio­ni di prodotti in legno nei primi sette mesi del 2016, che per quanto riguarda Algeria e Marocco è in calo rispetto a quello dello stesso periodo 2015. Il recupero degli ultimi mesi, e le previsioni degli analisti incoraggia­no infatti l’interesse delle aziende italiane, che in entrambi i Paesi possono contare sui forti investimen­ti pubblici in infrastrut­ture e in edilizia residenzia­le. Diverso il discorso per gli Emirati, e in particolar­e per Dubai, dove il traino di Expo 2020 ha portato a una ulteriore accelerazi­one del già florido settore costruzion­i, che nel 2017 dovrebbe segnare una crescita del 4%.

OPPORTUNIT­À Fantoni (cda Made): «L’Italia si propone come partner commercial­e ideale per fornire semilavora­ti, macchinari e tecnologie»

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