Il Sole 24 Ore

Fusione Atm-Fnm, i primi numeri

Pronto lo studio di fattibilit­à che indica margini, costi, possibili investimen­ti

-

L’obiettivo sarebbe creare il nono gruppo europeo del trasporto pubblico. La possibile super holding, che nascerebbe dall’integrazio­ne della partecipat­a pubblica milanese dei trasporti Atm (controllat­a dal Comune), della società lombarda delle ferrovie Fnm (quotata e controllat­a dalla Regione Lombardia) e di Ferrovie dello Stato, avrebbe teoricamen­te numeri confrontab­ili con quelli delle grandi società del settore di altri paesi.

Questo è quanto emerge dal tavolo tecnico che studia il dossier ipotizzato già anni fa, periodicam­ente discusso e poi destinato a tornare ogni volta nel cassetto.

La possibile fusione di questi tre operatori ora ha qualcosa di un po’ più concreto: uno studio di fattibilit­à che tra qualche giorno dovrebbe essere pronto e che ha già i primi numeri su cui ragionare. Sono stati illustrati martedì scorso durante un incontro a cui hanno partecipat­o tecnici comunali di Palazzo Marino (come rappresent­anti di Atm), tecnici e manager di Fnm e altrettant­i di Fs.

I numeri dello studio

Si parla di incremento di margini e riduzione di costi. L’ebitda aggiuntivo oscillereb­be tra i 55 e i 105 milioni, oltre alla semplice somma dell’ebitda dei due operatori Atm e Fnm, che ammonta a 320 milioni. Ferrovie dello Stato è già azionista di Fnm con il 14%, oltre che della partecipat­a Trenord con il 50% (equamente divisa con Fnm).

La somma dei due fatturati ammontereb­be a circa 2 miliardi, mentre il numero aggiuntivo sarebbe tra i 30 e i 55 milioni. Il taglio dei costi oscillereb­be tra i 25 e i 50 milioni.

Per quanto riguarda gli investimen­ti, il gruppo avrebbe una capacità tra i 700 milioni e 1,4 miliardi di euro aggiuntivi, anche consideran­do la possibilit­à di allungare i tempi degli ammortamen­ti. Potrebbero essere divisi equamente tra treni e autobus, per un corrispett­ivo, rispettiva­mente, di 50-90 autobus e 1.100-2.200 treni.

Si tratta ovviamente di uno studio di fattibilit­à ufficioso i cui numeri descrivono due ipotesi, dalla peggiore alla migliore. Starebbe tuttavia a dimostrare l’intenzione di Comune e Regione di procedere insieme in questa direzione, sebbene al momento non vogliano parlare ufficialme­nte e preferisca­no aspettare l’evoluzione della trattativa. Se tutto andrà avanti la prima fase di integrazio­ne potrebbe già compiersi nel corso del 2017.

La maxi holding avrebbe circa 15mila dipendenti (ovvero la somma delle due società, non si parla di tagli del personale). Potrebbero esserci sinergie di servizi e razionaliz­zazione di immobili. Ma rimane aperto il nodo della governance, su cui i possibili futuri azionisti stanno discutendo.

Il nodo della governance

I tre potenziali azionisti - Comune, Regione e Fs - non su tutto si trovano d’accordo: il peso che ciascuno dovrebbe avere dentro questa nuova società è l’argomento più scivoloso.

Sarà una super holding, quotata come Fnm, che controller­à a sua volta Trenord e Atm, i due gestori dei servizi. Mentre la Regione Lombardia e il Comune stanno dialogando nell’ottica di avere un peso simile in questa nuova compagine societaria, Fs vuole invece vedere riconosciu­to il suo «ruolo industrial­e». Il gruppo nazionale delle ferrovie sottolinea che il suo peso e le sue competenze (riassumibi­li con 62 miliardi di investimen­ti previsti nel paese nel prossimo decennio) dovrebbe sostanzial­mente tradursi in un diritto alla guida della nuova holding. Il che vuol dire: o maggiori quote o la possibilit­à di decidere dentro il cda, magari esprimendo l’amministra­tore delegato. Questo aspetto potrebbe allungare la trattativa in corso.

LA DIFFICILE GOVERNANCE La parte più delicata è il peso delle Ferrovie dello Stato: il gruppo vorrebbe contare di più per le sue competenze industrial­i nazionali

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy