Imprese biotech, si irrobustisce il controllo italiano
Studio di Assobiotec, Enea e Apsti
pGiovani, dinamiche, innovative, in continua crescita, sempre più made in Italy. Ma sempre a caccia di un riconoscimento reale e di un sostegno che le agevoli a svilupparsi ancora, a essere uno dei volani dell'economia nazionale e ad affacciarsi con buone prospettive sui mercati internazionali che contano. Crescono e si irrobustiscono le pmi biotecnologiche a controllo italiano. E presentano numeri proiettati sul futuro: sono ormai il 65% di tutte le imprese biotech, più di un quarto sono nate da 5 anni e il 60% negli ultimi dieci, la salute umana (52%), i processi industriali e la chimica verde (13%) poi l'alimentare e l'agricoltura (l'8%ciascuno) sono i loro campi d'elezione. Con la capacità di essere una delle chiavi di volta della nascita di autentici hub nazionali dell'innovazione.
La foto di gruppo delle pmi biotecnologiche a capitale italiano è stata scattata ieri a Roma in occasione della presentazione al Mise del nuovo studio realizzato in collaborazione tra Assobiotec (Federchimica), Enea e Apsti, il network dei parchi scientifici e tecnologici italiani per sostenere lo sviluppo economico grazie alla leva dell'innovazione.
Innovazione che vuol essere il dna delle pmi italiane del biotech, come dimostrato quanto meno da due dati fondametali: l'investimento in R&S raggiunge media il 13,1% del fatturato, il tasso di occupazione qualifcata dimostrata da una presenza del 31,3% di addetti alla R&S sul totale degli occupati. Ma anche con un identikit molto particolare: un'impresa su due origina da uno spin- off e, di queste, l'80% nasce da istituzioni pubbliche di ricerca, il seme degli hub dell'innovazione.
E proprio l'innovazione vuole essere per le pmi biotech d'Italia la carta vincente per affrontare la scommessa e la sfida del mercato. Per aumentare il proprio peso specifico e proseguire lungo quella strada che anno dopo anno le ha viste crescere, a dispetto della crisi. Voglia di crescere che però deve scontrarsi con gli ostacoli e talvolta le barriere, che ancora troppo speso possono rappresentare un freno poderoso: la difficoltà di trovare finanziamenti e l'assenza di Venture capital e Private equity specializzati. Ma anche la forte fram- mentazione del sistema e lo sviluppo al contagocce di partnership con le industrie. Senza dimenticare l'assenza di fondo, si lamenta, di una cultura del trasferimento tecnologico. Ostacoli allo sviluppo che ora si chiede di rimuovere mettendo in campo misure specifiche. E di farlo rapidamente e diffusamente.
Spiega Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec: «I settori ad alto tasso di ricerca e innovazione, tra cui certamente la biotecnologia, sono quelli su cui puntare se si vuole creare valore e mettere il Paese nelle condizioni di competere a livello internazionale». Come, aggiunge, in qualche modo sta facendo il Governo con la manovra 2017. Ma ancora non basta. Di qui la lista delle leve da azionare per il settore. E cioé, elenca Palmisano: «Un credito d'imposta esteso alla totalità
LE VALUTAZIONI Palmisano: i settori innovativi sono quelli su cui puntare, bene il credito d’imposta per la totalità degli investimenti in ricerca
degli investimenti in R&S, una governance unitaria della ricerca, il sostegno agli investimenti delle e nelle PMI, le agevolazioni per gli investimenti a lungo termine, una maggiore attrazione per Venture Capital e Private Equity». Tutte misure considerate fondamentali per un settore come pochi caratterizzato «da un time to market decisamente lungo», sottolinea il presidente di Assobiotec.
Una galassia, quella delle pmi del biotech italiane, che può essere sempre più una calamita. L'Enea, è stato ricordato da una responsabile di settore, Carmela Marino, «ha una consolidata tradizione» nell'applicazione delle biotecnologie in vari settori produttivi, dalla salute alla "chimica verde". Mentre secondo il presidente di Apsti, Gianluca Carenzo, i parchi scientifici e tecnologici possono fare sempre più la loro parte: «Il sistema Apsti - ha detto - rappresenta oggi per le imprese inovative delle biotecnologie, un'importante possibilità di crescita e di consolidamento del mercato». Tante chance. Ma tutte da far maturare con misure concrete.