Il gruppo Damiani amplia il retail globale
Il presidente Guido: «Abbiamo appena aperto a Tokyo un negozio a 9 piani»
a «La situazione internazionale è davvero complessa, complice la frenata di alcuni Paesi che, come i Brics, un tempo erano considerati molto promettenti e ora hanno mostrato i propri limiti. Nel nostro piccolo, continuiamo a crescere e a investire, sia in Italia sia all’estero. E, in quanto società familiare, sebbene quotata, guardiamo al lungo periodo e non al prossimo trimestre». Non è pienamente soddisfatto Guido Grassi Damiani, presidente del gruppo Damiani, cui fanno capo i marchi di gioielleria Damiani, fondato nel 1924, Salvini, Bliss e il brand Venini, acquisito a inizio anno.
Il gruppo, che nel suo complesso conta 700 dipendenti diretti, ha chiuso l’esercizio 2015-2016 al 31 marzo con ricavi pari a 155,3 milioni di euro (+ 3,2% a cambi correnti) e con un Ebitda di 24,1 milioni . I dati relativi al primo semestre dell’esercizio 16-17, chiuso al 30 settembre, verranno diffusi alla fine di dicembre: «Il sentiment è positivo: sta crescendo il fatturato - continua il presidente - e migliora il conto economico. In un contesto nel quale i big dell’hard luxury mondiale stanno soffrendo».
La crescita del gruppo, secondo Guido Damiani, dipende «dal dna familiare: siamo gioiellieri, non semplici rivenditori di preziosi. Curiamo il design, la produzione, la distribuzione, mantenendo il focus sulla qualità». Tra gli obiettivi c’è lo sviluppo internazionale: «Stiamo investendo in Russia e in Giappone. Presto apriremo a Dubai un monomarca e una filiale per operare sul mercato mediorientale.
Damiani, oltre ad essere lo storico marchio di proprietà del gruppo, è anche il core brand: «È in crescita, sia in termini di ricavi sia di awareness: l’Italia rimane il primo mercato, con una ripresa della fiducia dei consumatori italiani, seguito dal Giappone, dove abbiamo 12 punti vendita diretti. Proprio a Ginza, luxury district di Tokyo, abbiamo aperto da poco un negozio di nove piani. Subito dietro ci sono la Greater China e l'ex Urss», chiosa il presidente.
Del gruppo fa parte anche Rocca 1794, storica insegna multibrand di gioielleria e orologeria che oggi conta 12 punti vendita in Italia, di cui tre negli aeroporti e uno in Svizzera, a Lugano: «Stiamo facendo bene - dice Giorgio Grassi Damiani, fratello di Guido e vicepresidente del gruppo –. Anche a Milano, dove il calo dei turisti stranieri, soprattutto rispetto al 2015, si è sentito. I nostri punti di forza? La serietà, il servizio al cliente».
Il prossimo step per Rocca potrebbe essere l’espansione all’estero: «Il mercato giusto per l’apertura di uno store a insegna Rocca potrebbe essere quello europeo». a Il 2016 è stato un anno di grandi investimenti in Italia per Tiffany: dopo aver inaugurato in marzo la prima boutique di Venezia, a due passi da piazza San Marco, e in maggio il terzo punto vendita a Roma, in via Condotti, il colosso americano della gioielleria il 19 settembre ha annunciato che entro la primavera 2017 aprirà una “Tiffany House” in piazza del Duomo. Sarà la terza boutique di Milano, accanto a quella storica di via Spiga e al grande shop-in-shop all’interno di Coin Excelsior, in corso Vittorio Emanuele.
Non stupisce allora che Tiffany, in vista del Natale, abbia pensato a un omaggio ad alcune delle città italiane dove è presente: nasce così la collezione speciale “Please return to Tiffany”, che in origine era legata solo a New York. Su un cuore in argento, che si può abbinare al famoso bracciale, è stato inciso il nome di Milano, Roma, Firenze, Venezia e Verona. La collezione Please return to Tiffany (letteralmente, Si prega di restituire a Tiffany), tra le più iconiche del brand, è ispirata a un altrettanto famoso portachiavi introdotto nel 1969. Ad ogni singolo pezzo venduto veniva assegnato un numero di registrazione, per fare in modo che – se mai il proprietario e le chiavi si fossero separati – si sarebbero potuti riunire al flagship store di Tiffany.
I ciondoli a cuore e il bracciale in edi- zione limitata sono in vendita dall’inizio di novembre nelle boutique italiane di Milano, Roma, Firenze, Venezia, Verona e Bologna.
I risultati dei primi nove mesi di Tiffany, quotata a New York, saranno pubblicati martedì prossimo, 29 novembre. Nel primo semestre i ricavi erano stati di 1,8 miliardi di dollari, con un utile netto di 195 milioni. Gli analisti scommettono soprattutto sull'ultimo trimestre, che comprende il periodo natalizio, cruciale su ogni mercato e in particolare su quello americano.