Normalità di linee (e di prezzi)
a Nel teatrino contemporaneo della stravaganza ad ogni costo - il più delle volte mero espediente scenico per camuffare il vuoto spinto di idee e lo strisciante conformismo - la normalità apparente, di linee così come di prezzi, può avere una freschezza quasi rivoluzionaria. Pierre Mahéo ha creato Officine Generale a Parigi nel 2012 seguendo esattamente questo principio. Oggi le sue giacche naturali, i trench senza tempo, i pantaloni dai volumi rilassati sono entrati nei guardaroba di uomini d’ogni provenienza ed età, non ultimo in quelli di modaioli incalliti e conoscitori esigenti, con la leggerezza anonima dei classici ripensati che non urlano design ma si lasciano utilizzare a lungo e con gioia, perché normali fino in fondo non lo sono affatto.
In sfilata, questo è vero, c’è spesso ben poco di sorprendente, ma la visita in negozio regala altre scoperte. «Mio nonno era un sarto, quindi ho respirato questo mestiere da che ero bambino - racconta Mahéo, quarantenne dai capelli brizzolati e lo sguardo determinato -. Ho cominciato in una sartoria, per poi lavorare come consulente per diversi marchi di moda, tutti molto importanti. Il disgusto per la cattiva qualità e l’impersonalità di troppe produzioni mi ha spinto in fine a tentare l’avventura da solo, puntando sul valore dei materiali, sull’attenzione della realizzazione e sulla accessibilità del prodotto». Con un capitale iniziale di 30mila euro, Mahéo inventa Officine Generale mescolando autobiografia, autenticità e acume imprenditoriale. Il nome ha un che di industriale, anche se in francese officine è in realtà il laboratorio farmaceutico nel quale si preparano le ricette. L’estetica, invece è essenziale, con una nonchalance sorniona tipicamente francese. « Il punto di partenza per me è semplice: creo abiti che vorrei indossare - racconta -. Non amo i loghi e i colori forti, che quindi non ci saranno mai in collezione. Però mi interrogo senza sosta sulle esigenze degli uomini, su come adattare gli abiti alle vite che conduciamo, e da lì procedo. Cerco di creare capi che abbiano un pizzico di imprevedibilità ma siano perfettamente indossabili, con un prezzo equo. Detesto l’idea del pezzo da show: quanto mando in passerella finisce sempre in negozio » . Un assioma dalla limpidezza invero cartesiana, che assicura a Pierre Mahéo un posto defilato ma influente nello scenario impazzito della moda maschile.
Senza loghi.