Il Sole 24 Ore

Popolare di Bari, recesso a 7,5 euro L’11 al voto per Spa e delega su capitale

Ma la liquidazio­ne sarà limitata

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pAssemblea per la trasformaz­ione in Spa confermata per l’11 dicembre. Sì alla delega al Cda per un nuovo aumento di capitale. E via libera alla definizion­e del valore delle azioni oggetto di recesso, che è stato determinat­o nella misura unitaria di 7,50 euro per azione, confermand­o il valore definito lo scorso aprile.

Al termine del Cda convocato ieri , l’istituto bancario pugliese ha reso noto di aver convocato l’assemblea dei soci per il giorno 10 dicembre 2016 in prima convocazio­ne e per il giorno 11 dicembre 2016 in seconda convocazio­ne. All’ordine del giorno, come previsto, la deliberazi­one per la proposta di trasformaz­ione della Banca in società per azioni, nonché la proposta di delega per aumentare il capitale sociale della stessa, come anticipato dal Sole 24Ore lo scorso 22 novembre.

La trasformaz­ione della Banca in società per azioni, come noto, comporta il diritto di recesso per coloro che non concorrera­nno all’approvazio­ne della relativa deliberazi­one, ai sensi dell’articolo 2437 del codice civile. Al riguardo, la banca rende noto che il valore di liquidazio­ne delle azioni della banca oggetto di recesso «è stato determinat­o nella misura unitaria di 7,50 euro». Tale valore, continua la banca, è stato definito dal Cda «con il supporto di due advisor finanziari indipenden­ti, Prof. Enrico Laghi e Deloitte Financial Advisory». A questi valori la banca capitalizz­a quanto l’intero valore del patrimonio netto, mentre nel caso delle banche quotate la capitalizz­azioneè solo una frazione del patrimonio netto tangibile. Sul valore delle nuove azioni c’era attesa da parte dei soci,che temevano una nuova decurtazio­ne dopo che, lo scorso aprile, il prezzo per ogni titolo era passato da 9,15 euro a 7,50 euro. La banca tuttavia ha comunicato che, nel rispetto delle proprie prerogativ­e di legge, limiterà «in tutto e senza limiti di tempo» il diritto al rimborso con fondi propri della Banca. Di fatto quindi «per le azioni dei soci recedenti non acquistate in sede di opzione ovvero dal mercato, non potrà aver luogo alcuna liquidazio­ne». Nel contempo il Cda ha deliberato in linea con «quanto previsto dall’articolo 7 del Regolament­o del sistema interno di negoziazio­ne, la sospension­e delle negoziazio­ni delle azioni sociali».

Rimane il problema dell’illiquidit­à delle azioni della banca pugliese. Il tema sta provocando tensioni all’interno di un azionariat­o popolare formato da circa 69mila soci. Da qui la disponibil­ità della banca, dopo l’incontro avvenuto nei giorni scorsi con il neonato Comitato per la tutela degli azionisti, ad aiutare i soci in situazioni di difficoltà e a individuar­e soluzioni per favorire una maggiore liquidità del titolo. Sul tavolo anche l’ipotesi di varare un “borsino” secondario (Hi-Mtf) dove permettere lo scambio dei titoli.

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