BiovelocIta lancia startup contro diabete e tumore
Dalla nascita un anno fa già raccolti sette milioni
L 'invecchiamento della popolazione sta causando un progressivo aumento delle spese sanitarie e un ulteriore rafforzamento dell'importanza della ricerca medica nella nostra società. l'Italia si trova nella paradossale situazione di avere ricercatori di prim'ordine (abbiamo il numero di pubblicazioni per ricercatore più alto d'Europa), cui corrisponde però uno scarso numero di brevetti e un' attrattività per gli investimenti tra le più basse. È in questo contesto che va a inserirsi Bioveloc ITA, primo acceleratore italiano dedicato alle aziende biotech, fondato un anno fa da Silvano Spinelli, Gabriella Camboni e Sofinnova Partners, società di venture capital nel settore delle life sciences. La sua mission è di trasformare scoperte scientifiche in progetti di ricerca con valenza industriale, e facilitare il loro processo di evoluzione in startup: ha già raccolto oltre 7 milioni di euro dai fondatori e da altri investitori italiani. Ieri la società ha annunciato due collaborazioni con scienziati italiani.
La prima è Enthera, società biotech che trasformerà in terapia i risultati ottenuti dal team del professor Paolo Fiorina dell'Ospedale San Raffaele di Milano. Il loro studio ha portato alla scoperta di un nuovo ruolo dell'ormone IGFBP3, prodotto dal fegato, nelle patologie intestinali, nell'insorgenza del diabete e di altre complicanze croniche del diabete stesso. Enthera otterrà una li- cenza esclusiva a livello mondiale dall'Ospedale San Raffaele, detentore della proprietà intellettuale. Verranno investiti nella ricerca circa 1,5 milioni di euro in 18 mesi. L'obiettivo è aprire la strada a rivoluzionarie terapie mediche per la cura del diabete e delle sue complicanze. La società sarà controllata da Bioveloc ITA con la partecipazione del professor Fiorina e del suo team.
La seconda collaborazione nasce da una scoperta avvenuta nel laboratorio Ifom (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) del dottor Fabrizio d'Adda di Fagagna, che riguarda le cellule il cui DNA viene danneggiato dall'insorgere del cancro o dall'invecchiamento. È stato evidenziato il meccanismo con cui il danno viene segnalato alla cellula che tenta di ripararlo, che passa attraverso specifiche molecole di RNA prodotte nel tratto di DNA danneggiato. Il progetto prevede di applicare questa scoperta allo studio di nuovi farmaci che potrebbero essere efficaci in alcune forme di tumore. Ma potrebbero aprirsi altre aree di applicazione, tra cui la cura di alcune malattie legate all'invecchiamento. Un accordo con TT Factor, la società di trasferimento tecnologico fondata da Ifom e Ieo, prevede l'impiego di circa un milione di euro in 18 mesi, e la creazione di uno spin-off compartecipato da IFOM e Bioveloc ITA con licenza esclusiva sui diritti commerciali.
In generale, sono numerose le startup italiane che si fanno avanti puntando su tecnologie innovative in campo medico. Tra quelle che ci sono sembrate più interessanti citiamo a Xurge, dedicata alla chirurgia cardiovascolare e Medea. Quest'ultima, creata da Vincenzo Telesca, propone Medea.in Care, piattaforma di telemedicina multidisciplinare che permette ai pazienti di svolgere da soli un gran numero di esami diagnostici, creando una cartella clinica online con firma di medici specialisti entro le 12-24 ore. L'obiettivo di offrire servizi qualificati anche a chi vive in zone rurali con scarse infrastrutture.