Gli hacker attaccano anche le Entrate
In tilt per 45 minuti il sito internet ma nessun rischio per il database
Prima Equitalia, poi l’agenzia delle Entrate : gli hacker hanno preso di mira il fisco italiano. In quattro giorni sono stati bloccati i due siti internet delle amministrazioni con due attacchi di tipo DDos (distributed denial-of-service).
Nessun rischio per i dati dei contribuenti: questo genere di attacco manda in tilt il sito rendendolo inaccessibile, ma non consente ai pirati informatici di saccheggiare i data-base.
Quello di ieri al sito delle Entrate è stato un blocco di breve durata: il portale è stato inaccessibile dalle 11,45 alle 12,30. Alla fine tutto è tornato alla normalità senza che - assicurano dalle Entrate - ci sia stato accesso a dati privati o sia stata messa a rischio la sicurezza delle informazioni contenute nella banca dati.
Lunedì scorso, invece, nel mirino degli hacker era finito il sito di Equitalia: il portale non era visibile e non era nemmeno possibile per gli utenti accedere all’area riservata dalla quale i contribuenti possono consultare le informazioni sui carichi ammessi alla rottamazione delle cartelle introdotta dal decreto fiscale.
Gli attacchi di tipo Ddos rappresentano oggi circa il 90% dei tentativi di hackeraggio. A essere colpiti sono in genere i siti di istituzioni o società. Ieri sono fi- niti nel mirino anchei server della Commissione Ue. Per attuare un Ddos si sfruttano reti (botnet) di migliaia di computer infettati con dei malware (chiamati «pc zombie»). In questo modo si inviano migliaia di richieste di accesso a un sito, mandandolo in tilt.
Per ripristinare il normale funzionamento di un sito è ne- cessario l’intervento dell’amministratore del sistema: nel caso di Equitalia il blocco è durato alcune ore, invece ieri il portale delle Entrate è stato fuori uso per solo 45 minuti.
A parte il disservizio, non ci sono stati problemi alle banche dati che hanno elevati livelli di sicurezza, come spiegano da Sogei, la società che ha contribuito a “sbloccare” il sito di Equitalia.
Quello degli attacchi informatici e dei cyber-crimini è un fenomeno in aumento, come ha ricordato Antonello Soro, garante della Privacy, nella relazione annuale in cui si legge che il peso attuale del cybercrime sull’economia mondiale viene stimato in 500 miliardi di euro all’anno, di poco al di sotto del narcotraffico nella classifica dei guadagni illeciti.
Nel 2015 l’Italia nel 2015 ha subito un incremento del 30% dei crimini informatici che sfruttano una generale inadeguatezza delle misure di sicurezza adottate: «La consapevolezza dei rischi crescenti non si accompa- gna a una maggiore attenzione verso serie politiche di protezione dei dati e dei sistemi», ha commentato Soro aggiungendo che «risulta davvero inspiegabile la refrattarietà di molte imprese a proteggere il loro patrimonio informativo, inserendo la sicurezza digitale tra gli asset strategici, assumendo la protezione dei dati quale nuovo fattore di vantaggio competitivo».
Nell’ultimo anno sono quasi raddoppiate (49) le comunicazioni di data breach nel solo settore dei servizi di comunicazione elettronica: si tratta delle violazioni di sicurezza che comportano la distruzione, la perdita, la modifica o la rivelazione non autorizzata o di dati personali.
«Questi fenomeni - aggiunge Soro nella relazione- esigono non solo repressione ma soprattutto prevenzione fondata in primo luogo sull’uso attento dei propri dati e la consapevolezza dell’importanza di proteggere, con essi, la nostra stessa persona».
IL FENOMENO Secondo il garante Privacy nel 2015 i crimini telematici sono aumentati del 30%. Ieri sotto attacco anche i server della Commissione Ue