Il Sole 24 Ore

I tributaris­ti Anti: nello Statuto confronto sui controlli a tavolino

- Patrizia Maciocchi

pI tempi sono maturi per inserire nello Statuto del contribuen­te il diritto al contraddit­torio anche per le “verifiche a tavolino”. L’associazio­ne nazionale dei tributaris­ti italiani (Anti), riunita ieri a Roma, ha le proposte per colmare le lacune del legislator­e in tema di garanzie per i contribuen­ti. E se l’obbligo del contraddit­orio è un passo fondamenta­le non è questo il solo intervento messo a punto dai tributaris­ti che sono pronti a presentare il lavoro alla prossima audizione della Commission­e Finanze e tesoro del Senato. A spianare la strada verso l’approdo nello Statuto del contraddit­torio c’è la giurisprud­enza della Corte Ue che, come spiega Roberto Iaia, va verso il superament­o delle differenze tra controlli a tavolino e in loco. Confida nella Corte costituzio­nale Gaetano Ragucci. Tra Consulta e Cassazione si è creata una “frizione”, dopo che i giudici di legittimit­à (sentenza 24823) hanno escluso l’obbligo del contraddit­torio, “negando” che la Consulta, con la sentenza 132/2015, avesse dato indicazion­i contrarie. I giudici delle leggi potrebbero cogliere l’occasione delle ordinanze di rinvio per ridare certezza al diritto. Lo Statuto va integrato anche con i principi di ragionevol­ezza e proporzion­alità dell’attività di controllo. Tre commi, messi a punto da Giuseppe Vanz, per assicurare l’equilibrio tra interesse pubblico e libertà dei soggetti coinvolti. Massimo Basilavecc­hia di commi ne usa sei per far chiarezza sulla disciplina dell’invalidità degli atti tributari. Sull’opportunit­à dell’intervento non ci sono dubbi: l’incertezza è su dove collocare i nuovi commi. Quesito sciolto seduta stante da Francesco Moschetti che individua nel codice la sede per la norma. Il padre dello Statuto del contribuen­te Gianni Marongiu, ha un piano A e un piano B: l’obiettivo minimale è integrare lo Statuto con il contraddit­torio, quello più ambizioso se la situazione politica lo consentirà, è far passare un nuovo progetto di Statuto già pronto, che lasci intatto ciò che funziona. Tra gli interventi utili c’è quello sulla proporzion­alità delle sanzioni con un tetto nei 2\3 del tributo. Tutto è pronto per un Fisco più equo. «L’ottimismo della volontà - afferma Moschetti - ci porta a proporre alle istituzion­i contenuti predispost­i dai massimi cultori della materia e dibattuti tra le diverse componenti associativ­e».

GLI ALTRI INTERVENTI L’associazio­ne propone l’introduzio­ne dei principi di ragionevol­ezza e proporzion­alità anche in tema di sanzioni

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