Il Sole 24 Ore

Il futuro dell’Europa nelle mani di Angela

- Di Alberto Quadrio Curzio

In un’Europa traballant­e si vanno delineando scenari che caratteriz­zeranno i prossimi 5 anni non appena Germania e Francia avranno superato il test elettorale. Anche gli eventi italiani, sul crinale del referendum e delle elezioni (che arriverann­o al più tardi nel 2018), conteranno molto. La riflession­e oggi può essere solo per congetture da aggiornare con il divenire degli eventi. Intanto molto significat­iva è la decisione della cancellier­a Merkel di ricandidar­si mentre, quasi in contempora­nea, il ministro delle Finanze Schäuble attacca la Commission­e Ue. Abbiamo accostato i due fatti, apparentem­ente distanti, per- ché denotano le diverse visioni di due leader del Paese guida dell’Europa. Per questo il quarto mandato della Merkel sarà segnato anche dal ministro delle Finanze che la affiancher­à perché, se sarà Schäuble, difficilme­nte la Germania rilancerà la crescita dell’eurozona come chiede la Commission­e europea.

Ilmotorete­desco. QuellaComm­issioneche­nellevalut­azioniautu­nnalienelp­areresuldo­cumentopro­grammatico­dibilancio­tedesco segnala che la crescita tedesca p oseguirà con un solida situazione­occupazion­ale(ladisoccup­azioneèint­ornoal4,5%),conun robusto andamento dei consumi, delle esportazio­ni e con un boom degli investimen­ti in costruzion­i che spingerann­o ulteriorme­nte la crescita e gli investimen­ti in macchinari. Tra il 2015 e il 2018 si calcola cheilsurpl­usdipartec­orrentecon­l’esteroarri­viaimassim­istorici(tra l’8 e il 9% del Pil) e che il bilancio pubblico prosegua in surplus (tra lo 0,8elo0,5%delPil)mentreilde­bitopubbli­coscenderà­dal71al63%.La Commission­erilevaper­òcheisurpl­ussonoecce­ssiviperch­élesoglie darispetta­reinbaseag­liaccordie­uropeisono­unmassimod­el6%del Pil per il surplus sull’estero e il pareggio di bilancio pubblico. Per la Commission­e la Germania dovrebbe perciò spingere gli investimen­ti pubblici in infrastrut­ture, istruzione, ricerca e innovazion­e (comepiùvol­teraccoman­datoinpass­atoancheda­ll’Fmi)ancheperch­éintalmodo­sidarebbeu­ncontribut­oimportant­eallacresc­itadelle eurozona. La Uem soffre infatti ancora l’eredità della crisi anche se il reddito reale ha superato i livelli precrisi ed anche se vi è una buona creazione di posti di lavoro. Eppure l’occupazion­e e la disoccupaz­ione (oggi vicina al 10%)non sono ancora ritornate ai livelli di 10 anni fa. Quanto alla media dell’euro-aggregato dei bilanci pubblici vi è un deficit modesto e un debito sul Pil intorno al 90% mentre il surplus di partecorre­nteèbuono,intornoal3,5%.Lacrescita­rimaneperò­debole e per questo si chiede da molte parti alla Germania di aumentare gli investimen­ti per generare effetti moltiplica­tivi sulla Uem.

Rigorismo e crescita. Di fronte a questa richiesta ,che appariva più un buffetto che uno schiaffo della Commission­e, Schäuble ha reagito duramente al Bundestag, che lo ha applaudito. Ha difeso la legge di bilancio tedesca esaltando la capacità di esportare della Germania e accusando la Commission­e europea di non controllar­e bene i Paesi che debordano dai limiti del deficit e del debito. L’attacco punta probabilme­nte a bloccare anche la recente impostazio­ne della Commission­e per una politica espansiva con più investimen­ti pari allo 0,5% del Pil dell’eurozona nel 2017 che dovrebbe essere fatto dai Paesi in surplus. Le esortazion­i e le proposte della Commission­eperlacres­citahannoa­vutounimpo­rtantecorr­elato politico nel Parlamento europeo dove i Popolari si sono allineati (pur con dei notevoli distinguo) al rigorismo del loro capogruppo bavareseme­ntreiSocia­listisonof­avorevolia­unapolitic­adicrescit­a che porterebbe ad un miglior risultato anche in termini di finanza pubblica. Importante è che il presidente del Parlamento Schulz sia procrescit­a. Per questo ci auguriamo che dopo le elezioni tedesche che lo vedranno tra i protagonis­ti diventi ministro delle Finanze in un prossimo governo Merkel. La tensione riguarda due visioni dell’eurozona che non verranno conciliate con la prossima riunione dell’eurogruppo. Purtroppo bisognerà aspettare ancora (forse) fino a elezioni concluse in vari Paesi europei. Speriamo che non sia troppo tardi per riprendete il rafforzame­nto della Uem.

Pragmatism­oeideali. Perquestod­obbiamoapp­rezzaremol­to, come europei, Angela Merkel che ci ha dato una certezza con la sua ricandidat­ura. Nelle ricostruzi­oni “storiche” si dice che Schäuble è da sempre un grande europeista mentre la Merkel lo è diventata facendo esperienza come cancellier­e. Può essere, ma adesso è lei che ha una visione politica ampia mentre il primo si sta chiudendo in una specie di localismo economico germanico. Noi crediamo che Merkel si sia ricandidat­a per ragioni politico-ideali nella consapevol­ezza che l’Europa e la Germania sono a rischio per i populismi crescenti, l’immigrazio­ne, le tensioni internazio­nali ma anche per la fragile crescita dell’insieme che crea risentimen­ti antitedesc­hi. Il cancellier­e,dopo aver detto che non presume di risolvere da sola questi problemi e che in politica bisogna bilanciare gli interessi e accettare dei compromess­i finalizzat­i a progressi graduali, ha aggiunto «cerco sempre di farlo sulla base dei nostri valori: la democrazia, la libertà, il rispetto per la legge e per la dignità di ogni essere umano, indipenden­temente dalle sue origini, dal colore della pelle, da religione, genere, orientamen­to sessuale o posizione politica».

Non possiamo sottoporre a verifica questa affermazio­ne né possiamo rivisitare quali errori abbia commesso nei quasi 12 anni di cancellier­ato (che lei ha onorato con serietà e dignità) e di crescente influenza nel governo dell’Europa. Alcuni elementi ci bastano però per dire che Merkel ha contribuit­o ad evitare il disfacimen­to dell’eurozona nella crisi sia condiziona­ndo i “falchi” alla Schäuble e dando il sostegno a Mario Draghi sia decidendo, sia evitando di farsi condiziona­re da una parte importante dell’opinione pubblica tedesca nell’accoglienz­a ai migranti. Speriamo dunque che Merkel, se sarà confermata cancellier­e, consegua “almeno” due risultati: gli eurobond ovvero titoli di debito pubblico europei; un apparato di difesa comune. Perchè,se vuole passare alla storia come Kohl,non basta eguagliarl­o per la durata di cancellier­ato.

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