Il Sole 24 Ore

Pensioni: dall’Ape alle attività faticose, tutti gli anticipi di uscita dal lavoro

Dall’Ape ai lavori usuranti la manovra aumenta le possibilit­à di ritirarsi prima dall’attività

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Matteo Prioschi

Con l’Ape e la Rita si può avere un anticipo massimo di tre anni e sette mesi rispetto ai requisiti standard per la pensione di vecchiaia. Con le regole applicabil­i a chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni, alle donne, e con il “nuovo” cumulo dei contributi lo “sconto” può essere di qualche mese o superare i cinque anni, in base alle singole situazioni.

Ape e Rita

Per quanto riguarda la flessibili­tà in uscita dal mondo del lavoro, il disegno di legge di Bilancio introduce quale novità assoluta l’Ape (anticipo pensionist­ico), articolata in tre versioni: social, volontaria, aziendale. La prima è gratuita, le altre due a carico del lavoratore e dell’azienda (per i dettagli si vedano le schede a fianco).

Il primo passaggio in Parlamento non ha comportato novità sostanzial­i per l’Ape, se non quella di prevedere l’impossibi- lità di cumulare la versione social con redditi da lavoro autonomo oltre 4.800 euro e da lavoro dipendente oltre 8mila (inizialmen­te la soglia era 8mila in entrambi i casi).

Anticipo massimo di tre anni e sette mesi anche con la Rita. In questo caso, però, l’assegno che si riceve in attesa della pensione è “autofinanz­iato” attingendo in tutto o in parte al capitale accumulato in un fondo pensione integrativ­o, se il lavoratore vi ha aderito.

Precoci e usurati

Chi ha versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età potrà accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi invece di 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne). Tuttavia l’agevolazio­ne è riservata a chi si trova nelle stesse condizioni personali o ha svolto un’attività pesante come per l’Ape social. Per tutti quelli che maturerann­o la pensione anticipata, invece, vengono eliminate le penalizzaz­ioni economiche se si smette di lavorare prima dei 62 anni.

La cancellazi­one delle finestre mobili per chi ha svolto attività usuranti porterà nell’immediato un’anticipo di 12-18 mesi (dipendenti-autonomi) rispetto a oggi, che in prospettiv­a aumen- terà perché viene sospeso l’adeguament­o dei requisiti alla speranza di vita nel periodo 20192026. Alla Camera è stata prevista un’ulteriore semplifica­zione dei documenti necessari per accedere a questa agevolazio­ne che finora si è caratteriz­zata per complessit­à e scarsa efficacia.

Cumulo

Anticipi consistent­i, anche di diversi anni, potranno derivare dal ricorso al cumulo, dato che gli spezzoni contributi­vi versati in più gestioni potranno essere sommati, senza costi, per raggiunger­e il minimo per la vecchiaia o, novità del Ddl di Bilancio, anche per l’anticipata e se si è già maturato un diritto autonomo in una delle gestioni. Ciò consentirà di evitare il ricorso alla totalizzaz­ione (che in molti casi comporta il calcolo contributi­vo, meno convenient­e per il lavoratore) o alla ricongiunz­ione, che è onerosa. L’ultima novità su questo fronte è la possibilit­à di cumulare i contributi versati alle Casse di previdenza dei profession­isti. Rispetto alla vecchiaia si possono guadagnare anche sette-otto anni.

Opzione donna

Nel passaggio alla Camera è stata riaperta l’opzione donna per le lavoratric­i che hanno maturato il requisito anagrafico (57 anni e 3 mesi, un anno in più per le autonome) nell’ultimo trimestre del 2015. Seppur a fronte del calcolo dell’assegno con il metodo contributi­vo, questa via d’uscita consente di andare in pensione fino a sei-sette anni prima rispetto al trattament­o di vecchiaia e ha riscosso un successo crescente dopo la riforma del 2011 che ha inasprito i requisiti standard.

Ottava salvaguard­ia

Infine arriva l’ottava salvaguard­ia che applica a determinat­e categorie di lavoratori i requisiti ante riforma Monti-Fornero (l’anzianità si raggiunge con quota 96 - minimo 60-61 anni di età e 35 di contributi). I posti aggiuntivi, inizialmen­te 27.700, sono stati portati a 30.700 con un emendament­o approvato alla Camera. Saranno tutelati anche lavoratori che raggiunger­anno la pensione con le vecchie regole entro il 6 gennaio 2019.

LA CHANCE Riapre l’opzione-contributi­vo per le donne che hanno compiuto 57 anni e tre mesi (o 58,3 se autonome) a fine 2015

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