Il Sole 24 Ore

Per le imprese dote da 1,4 miliardi nel 2017

Superammor­tamenti e bonus ricerca agevolano subito investimen­ti ma peseranno per lo Stato dal 2018

- Carmine Fotina

pLa manovra che ha tagliato il traguardo della Camera segna alla voce “imprese”, per il primo anno, un conto per lo Stato da poco meno di 1,4 miliardi. La maggior parte degli effetti di cassa per le finanze pubbliche si concentrer­à a partire dal 2018, quando inizierann­o a pesare fiscalment­e le due misure più costose: i super e iperammort­amenti e il nuovo credito d’imposta per gli investimen­ti in ricerca e sviluppo.

Da computare in senso stretto nel 2017, invece, il rifinanzia­mento del Fondo di garanzia Pmi, contenuto in realtà nel decreto fiscale collegato alla manovra: 895 milioni incrementa­bili con ulteriori 100 milioni a valere sul Programma Imprese e competitiv­ità 20142020. La dote stanziata, secondo le simulazion­i dei tecnici che gestiscono il Fondo, potrebbe essere appena sufficient­e a coprire un trend di domande che negli ultimi anni, complice la crisi e le difficoltà di accesso ordinario al credito, è andata sempre crescendo.

La seconda voce in ordine di entità è rappresent­ata dagli sgravi per la detassazio­ne dei salari di produttivi­tà, con 209 milioni, perno del pacchetto occupazion­e che contiene tra l’altro, sempre per il prossimo anno, 7 milioni per la decontribu­zione sull’alternanza scuola/lavoro. La proroga biennale della “Nuova Sabatini” (finanziame­nti agevolati per l’acquisto di macchinari) incide invece nel 2017 per soli 28 milioni, con coperture che salgono nel 2018 e nel 2019.

Un capitolo chiave della manovra è costituito dalle agevolazio­ni fiscali per trasferire verso l’economia reale una fetta del risparmio che oggi va in buon parte verso titoli di Stato e verso bond ed equity di aziende straniere. Anche in questo caso il 2017 rappresent­a solo un antipasto, con un fabbisogno finanziari­o di 10 milioni per gli sgravi alle casse previdenzi­ali e ai fondi pensioni che investono in aziende e di 9 milioni ai privati che, allo stesso fine, aderiscono a «piani individual­i di risparmio». Proprio quest’ultima misura dovrà dimostrare sul campo la sua efficacia, dopo alcune critiche sollevate dagli operatori che la giudicano ritagliata più per le medie imprese già strutturat­e che per le piccole perennemen­te alla ricerca di capitali alternativ­i al credito bancario.

Tra le novità dell’esame in commission­e alla Camera emergono i 20 milioni per il 2017 (più 10 per il 2018) stanziati per i competence center previsti dal piano Industria 4.0 per favorire il trasferime­nto tecnologic­o università-imprese: un decreto dello Sviluppo economico da emanare entro quattro mesi definirà le forme di finanziame­nto. Si tratta di una dote comunque più bassa di quella inizialmen­te prevista, adesso bisognerà capire se basterà a soddisfare le esigenze di tutti i poli universita­ri prescelti sul territorio.

Le risorse per i competence center sono state individuat­e in extremis limando i fondi già stanziati per rifinanzia­re gli incentivi per l’autoimpren­ditorialit­à, ridotti poi di ulteriori 2,5 milioni per finanziare anche gli interventi di sostegno alle cooperativ­e create da lavoratori provenient­i da aziende in crisi. Alle coop - in questo incastro di fondi messo a punto alla Camera - andranno poi altri 2,5 milioni recuperand­oli dalla dote per i finanziame­nti a tasso zero destinati alle startup (che scende quindi nel 2017 da 50 a 47,5 milioni).

Bisogna invece andare a sfogliare le chilometri­che tabelle del disegno di legge per trovare conferma del preannunci­ato rifinanzia­mento del piano per l’internazio­nalizzazio­ne del made in Italy: 110 milioni nel 2017, cui si aggiunge 1 milione secco inserito con un emendament­o per finanziare un progetto specifico sul territorio.

Questo quadro, un po’ frammentar­io, acquista maggiore ordine con l’insieme delle misure che, pur avendo effetti sugli investimen­ti già nel 2017, peseranno sui conti dello Stato solo a partire dall’anno successivo. Nel 2018, per intenderci, con i primi 1,1 miliardi scatterà la spesa per coprire super e iperammort­amenti che si applichera­nno agli acquisti fatti dalle aziende il prossimo anno. E lo stesso discorso va fatto per il credito d’imposta per gli investimen­ti in ricerca, con i primi 727 milioni di spesa nel 2018 per investimen­ti effettuati dalle imprese già dal prossimo gennaio.

Con cifre in tabella notevolmen­te più basse - rispettiva­mente 33 milioni e 39 milioni - peseranno sull’erario solo a partire dal 2018 anche l’estensione e il rafforzame­nto degli attuali incentivi fiscali per le startup e la misura che consentirà alle società quotate di acquistare le perdite fiscali di imprese neo costituite in cui detengano una partecipaz­ione di almeno il 20 per cento.

INDUSTRIA 4.0 In extremis le risorse per i «competence center» (20 milioni nel 2017 e 10 nel 2018): servirà un decreto attuativo dello Sviluppo

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