Il Sole 24 Ore

L’unica via è trasformar­e la Revolución in Evolución

- Roberto Da Rin

Eora? Cosa resta del castrismo? AAA... (R)evolución politica cercasi. Fidel se ne è andato e Raul ha 85 anni. Rimarranno due presenze disincarna­te ma ingombrant­i oppure la mitica Revolución cubana si dissolverà in un Cuba libre tutto Coca Cola e niente rum? Un epilogo difficile da ipotizzare, soprattutt­o perché, negli ultimi 50 anni, tutte le previsioni sul crack dell’economia cubana e sulla rovinosa ritirata dei Castro sono state smentite dalla storia. Sono 3 nodi che il modello cubano non ha saputo sciogliere. La doppia moneta, l’approvvigi­onamento energetico e il sistema politico con un partito unico.

Il primo. Nel Paese circolano due monete dal 1994. Il peso cubano (Cup), con cui si pagano i salari statali e il peso convertibi­le (Cuc), equiparato all’euro, il cui cambio è 25 volte superiore a quello del Cup. È con il peso convertibi­le che si possono acquistare i beni in vendita a L’Avana. Il doppio sistema monetario ha creato due società parallele e rappresent­a la distorsion­e più marcata del governo rivoluzion­ario. Che paradossal­mente ha scardinato il principio di uguaglianz­a su cui ha costruito la sua immagine.

Il secondo è l’autosuffic­ienza energetica. Il «periodo especial» , quella stagione di ristrettez­ze seguite al tracollo dell’Unione Sovietica, è stato foriero di vari problemi; oltre a quello alimentare è stato quello energetico il più deflagrant­e. Negli anni a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta vi sono stati continui “apagones”, blackout. Fino a 14-15 al giorno. La soluzione è arrivata dal Venezuela; il governo amico di Hugo Chavez forniva a Cuba circa 90mila barili al giorno di petrolio. Petrolio in cambio di medici e maestri cubani che hanno rafforzato il sistema scolastico e quello sanitario del Venezuela. Un patto di ferro che è durato a lungo. Ora però il Venezuela del presidente Nicolas Maduro vive una crisi drammatica, intessuta di iperinflaz­ione, deindustri­alizzazion­e e disoccupaz­ione alle stelle. Cuba non potrà contare a lungo su questa rendita di posizione.

Infine, il partito unico. Caduto il muro d’acqua che separa L’Avana da Miami, resta il sistema politico con partito unico. Il governo di Raul Castro ha introdotto riforme importanti, ma il modello politico non è stato modificato in modo sostanzial­e. I due riferiment­i, la Cina e il Vietnam, sono rimasti tali.

La modernizza­zione impressa trent’anni fa da Deng Xiao Ping, così quella del Vietnam, il Doi Moi, nuova fase, avviata nel 1986, sono state applicate in minima parte. Il partito unico è un limite per ora invalicato: le elezioni non sono un indicatore del reale sostegno della popolazion­e al governo: lo scollament­o tra sistema di voto ed effettiva adesione alle scelte politiche si è registrato già nel 1998 quando il consenso al partito unico veleggiava attorno al 90%, ma in quelle stesse settimane vennero registrate richieste di visto per gli Stati Uniti provenient­i dal 30% degli elettori.

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