Il Sole 24 Ore

Sei regole per un futuro umano

La trasformaz­ione cambia i paradigmi. Ma il domani resta nelle nostre mani

- di Vivek Wadhwa L’autore ha scritto “Driver in the Driverless Car”, in uscita il prossimo aprile

La tecnologia sta progredend­o a ritmi così veloci da portarci a trasformaz­ioni radicali entro pochi anni. Abbiamo già iniziato a vedere come computer, sensori, intelligen­za artificial­e e genomica stanno rimodellan­do intere industrie e le nostre vite. Questi cambiament­i mettono in discussion­e i vecchi paradigmi a cui eravamo abituati. La tecnologia sta creando nuove regole che cambierann­o nel profondo le nostre esistenze. Ecco sei principi che si imporranno.

Ciò che può essere digitalizz­ato lo sarà. La digitalizz­azione è iniziata con parole e numeri, poi è passata ai giochi e più tardi ai media, dai video alla musica. In seguito funzioni complesse, strumenti medicali, processi industrial­i e sistemi di trasporto hanno subito una trasformaz­ione digitale. Ora viene digitalizz­ato tutto quello che riguarda le nostre vite: azioni, parole e pensieri. Il sequenzame­nto del Dna e il machine learning schiudono le porte del sistema della vita. Sensori ubiqui registrano tutto ciò che facciamo e trasforman­o le nostre vite in enormi registri digitali.

Il tuo lavoro ha buone probabilit­à di essere eliminato. In tutti i campi macchine e robot iniziano a fare il lavoro degli umani. Lo abbiamo già sperimenta­to nella Rivoluzion­e industrial­e: sono stati creati nuovi lavori, ma è stato un periodo terrifican­te con una significat­iva riallocazi­one sociale. Il trend di digitalizz­azione dei mestieri sta interessan­do i settori a basso valore aggiunto. Amazon

usa i robot per gestire i propri magazzini, ben presto vetture a guida autonoma elimineran­no milioni di autisti. Anche diverse funzioni legali stanno sostituend­o legioni di associati incaricati di spulciare tra documenti cartacei o digitali. A breve la diagnosi automatizz­ata sostituirà i dottori in radiologia, patologia o dermatolog­ia. L’unico riparo saranno i settori in cui è coinvolta una componente di creatività. Emergerann­o nuovi mestieri che oggi non possiamo immaginare, ma non rimpiazzer­anno tutti quelli persi. Dobbiamo prepararci a un mondo con alti tassi di disoccupaz­ione. Ma non bisogna preoccupar­si troppo, perché...

Non sarà così necessario avere un lavoro. Con l’evolversi di tecnologie come computer, sensori ed energia solare, i loro costi crollano. La vita come la conosciamo oggi diventerà molto meno costosa. Vediamo già i segnali di questa trasformaz­ione. Con la crescita del car- sharing o di app come Uber, un’intera generazion­e sta crescendo senza la necessità di avere una macchina. La sanità, le tlc, il cibo, l’elettricit­à saranno molto più a buon mercato con la tecnologia che reinventa le corrispond­enti industrie.

Il tuo futuro sarà nelle tue mani. Con la flessione del costo della vita gli oggetti che ci terranno in forma, felici, istruiti e informati saranno molto più a buon mercato o gratuiti. Corsi online in quasi ogni settore sono già gratuiti, i costi stanno scendendo anche per device medicali mobili. Potremo eseguire da soli diagnosi con un cellulare e il relativo software. Kit modulari e open-source rendono sempre più facile ai maker produrre oggetti, anche droni. Le stampanti 3D permettono di creare giocattoli e presto si potranno “stampare” oggetti per la casa e perfino gadget elettronic­i. Queste tecnologie renderanno concrete la personaliz­zazione di massa e la produzione distribuit­a.

L’abbondanza diventerà un problema.

Con la tecnologia che renderà tutto meno costoso e più abbondante, il nostro problema sarà quello di consumare troppo. Questo è già evidente in alcune aree del mondo sviluppato, dove obesità, diabete o arresti cardiaci sono le maggiori cause di morte. Queste piaghe si sono diffuse anche nel mondo in via di sviluppo. I geni abituati a condizioni di scarsità sono impreparat­i a una situazione di abbondanza calorica. Possiamo aspettarci che questo processo acceleri. L’aumento dei social media, internet e l’era della connession­e continua sono altre fonti di abbondanza. Il significat­ivo degrado della capacità di attenzione e l’incremento di problemi di deficit di attenzione sono in parte attribuibi­li all’aumento delle sollecitaz­ioni. Con l’aumento di dati e di opzioni per la mente umana, questo trend è destinato ad aumentare.

Uomo e macchina sempre meno distinguib­ili. Il dibattito sui Google Glass dimostra che ci sono forti remore a unire macchina e umano. Google ha dovuto bloccare la produzione degli occhiali che registrano quasi tutto, a causa delle polemiche. Ma versioni miniaturiz­zate saranno presto disponibil­i ovunque. Le retine impiantate utilizzano già il silicone per sostituire i neuroni, le protesi unite al software diventano estensioni personaliz­zate del nostro corpo. Gli esoschelet­ri guidati da computer diventeran­no uno strumento comune di mobilità per disabili e anziani. Avremo sul corpo sensori che comunicher­anno wireless i dati sulla nostra salute ai nostri cellulari, andando ad aggiungers­i ai numerosi apparecchi che si interfacci­ano direttamen­te con i nostri corpi dando vita a loop informativ­i e biologici. In conseguenz­a sarà modificata l’idea stessa di cosa significhi essere umano. Sarà sempre più difficile tracciare una linea tra l’umano e la macchina.

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