Zincol va oltre il terremoto
pÈ una rivincita – costata oltre 25 milioni di euro– contro il sisma di quattro anni fa e contro una crisi di mercato che dal 2008 non molla la presa. Una riscossa che parte dalla ricostruzione di 18mila metri quadrati di capannoni industriali e l’acquisto di tecnologie all’avanguardia punta prima a riconquistare il 40% di fatturato perso sul mercato interno e poi a crescere oltreconfine. Protagonista è il gruppo vicentino Zincol, leader in Italia nella zincatura industriale a caldo, che ha inaugurato ieri a San Felice sul Panaro (epicentro modenese del terremoto del 2012) il nuovo stabilimento, dove sono al lavoro una cinquantina di dipendenti, sui 340 del gruppo.
Una fabbrica-modello rinata sulle macerie di quella che la società di Barbarano Vicentino – 62 anni di storia nei trattamenti di protezione di acciaio e metalli – aveva acquistato nel 2004 per farne il secondo polo produttivo (dopo il quartier generale veneto) dei setti attivi nel Nord Italia, ma resa completamente inagibile dalle scosse. «Metratura e capacità produttiva (70mila tonnellate l’anno, ndr) sono rimaste quelle pre sisma, ma oggi questo è il nostro stabilimento più innovativo per soluzioni tecnologiche, sicurezza sul lavoro, tutela dell’ambiente, efficienza energetica e di processo», sottolinea il presidente e proprietario di Zincol Italia, Giancarlo Desirò, al taglio del nastro assieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini.
«È stato un grande lavoro di
squadra di tutta la nostra comunità – afferma Bonaccini – a permettere a questa azienda, come a molte altre nel cratere, di restare e di scommettere sul proprio futuro qui. Questo progetto è frutto di un importante finanziamento regionale di 18,2 milioni di euro, di cui 7,6 milioni per la struttura e 10,6 per i beni strumentali».
«Riconosco alle amministrazioni di questa terra una capacità di dialogo con le imprese e di tra- sparenza e di lucidità che non ho trovato in Veneto, Lombardia o Friuli, le altre regioni in cui operiamo e dove con la crisi abbiamo chiuso due dei nostri nove siti. Mentre abbiamo investito qui a San Felice 7 milioni di tasca nostra, sugli oltre 25 complessivi del progetto , per una scossa della coscienza (o incoscienza) di noi imprenditori di fronte al dramma post terremoto. Abbiamo deciso di ricostruire nel sogno di tempi migliori. Ma per essere competitivi ora ci serve la Cispadana. La logistica è un fattore strategico per il nostro business».
Il sogno di Zincol è che ripartano edilizia e cantieristica, in particolare quella navale del nuovo polo Unifer di Finale Emilia. Per risalire già nel 2017 a 45 milioni di fatturato (40 quest’anno, ma erano 70 i milioni di ricavi prima della crisi) e arrivare a commesse internazionali al seguito di grandi clienti come Impregilo e Fincantieri. «All’estero con il nostro know-how e le nostre tecnologie non avremmo competitor» assicura Desirò. Una certezza che spiega i 32 milioni di investimenti in tecnologie e innovazione che Zincol ha distribuito nel Nord Italia dal 2008 .