«L’Ilva a gas non è un’ipotesi»
pL’Ilva con ciclo produttivo interamente a gas non è un’ipotesi di lavoro. E non lo è mai stata. Il ministro dell’Industria Carlo Calenda, in visita in Puglia è stato categorico: «Finora non c’è un singolo imprenditore che si sia fatto avanti per fare un totale ciclo a gas dell’Ilva. Ci sarà una ragione...»”.
A Lecce, dove ha partecipato a un convegno sul piano nazionale industria 4.0, Calenda non ha esitato a rispondere a chi gli chiedeva della proposta del presidente della Puglia Emiliano di decarbonizzare lo stabilimento siderurgico tarantino utilizzando il gas che arriverà con il gasdotto Tap.
«Una cosa - ha spiegato Calenda - è dire dobbiamo mettere insieme, come abbiamo fatto col decreto, l’ambientalizzazione profonda dell’Ilva e anche farne un pezzo a gas, ma ragionando poi con chi la gestirà, una cosa è lan- ciare messaggi animati da ottime intenzioni e su cui sono pronto a discutere col Governatore, che però si scontrano con la realtà perché oggi non c’è un imprenditore italiano o internazionale che lo ritiene possibile».
«Arvedi, nella cordata con Delfin e Cdp per acquisire l’Ilva - ha aggiunto il ministro - lo ritiene parzialmente possibile. Se Emiliano trovasse un imprenditore pronto a farla, sarei d’accordo con lui. Ma al momento stiamo parlando di una cosa che non esiste».
Riguardo al gasdotto Tap, altro nodo per lo sviluppo della Puglia, Calenda è stato altrettanto categorico: «Spostare l’approdo significherebbe di fatto non farlo o aspettare, come ha detto l’altro giorno il presidente del consorzio, tre anni in più e quindi metterlo a rischio». Respinta dunque al mittente la richiesta, supportata dalla Regione Puglia di spostare a Brindisi l’approdo previsto invece a San Foca di Melendugno.
«È stato un lunghissimo percorso di decisione - ha detto Calenda - dove tra le opzioni c’era Brindisi che peraltro si era espressa negativamente. Il punto adesso è farlo come lo stiamo facendo avendo una grande cura di non avere alcun impatto. Stiamo parlando di un tubo di un metto e mezzo di diametro - ha concluso - non di una centrale».
IL SECONDO NODO PUGLIESE «Sul gasdotto Tap il cambio dell’approdo non è praticabile: si farà così, avendo cura di non avere impatto»