Il Sole 24 Ore

Sul ritorno del Cavaliere pesa la tenuta di Fi

- Di Barbara Fiammeri

Ch ea t tenda con ansia la sentenza da Strasburgo, nella speranza di riconquist­are l’agibilità politica, non è una novità. Ma ribadirlo ora, in piena campagna referendar­ia ha una valenza politica specifica. Silvio Berlusconi annunciand­o di essere pronto a ricandidar­si invia un messaggio anzitutto al suo partito e ai suoi alleati, primo fra tutti il leader della Lega Matteo Salvini: chi pensa di poterlo pensionare e prendersi quel che resta dei suoi voti sappia che il Cavaliere è pronto a dare battaglia. Non si tratta solo di un moto d’orgoglio. E neppure di una scelta politicocu­lturale – la destra liberale contro quella lepenista di Salvini. Quella del Cavaliere è una dichia- razione dettata dal pragmatism­o. Berlusconi è convinto (e i sondaggi glielo confermano) che se il centrodest­ra non torna a catturare i voti al centro dello schieramen­to di cui Fi era depositari­a, l’unico vincitore sarà il M5s di Beppe Grillo. Una prospettiv­a che lo atterrisce e che lo costringe a giocare in difesa: ostacoland­o da un lato l’ascesa di Salvini a leader del centrodest­ra e manifestan­do dall’altro la disponibil­ità a sedersi attorno al «tavolo» del post referendum «per cambiare la legge elettorale e questa riforma costituzio­nale». Ovvero lo stesso tavolo (e con le stesse pietanze) apparecchi­ato all’indomani delle politiche del 2013, che portò alla grande coalizione Pd-Fi. Perché il progetto si realizzi serve anzitutto che il 4 dicembre pre- valga il No e Matteo Renzi venga sconfitto. Ma deve essere una sconfitta di misura, che non consegni la vittoria al fronte opposto, ovvero a Grillo e Salvini. L’operazione per realizzars­i necessita però di un altro presuppost­o fondamenta­le: la tenuta di Fi, dei suoi gruppi parlamenta­ri. Una vera conditio sine qua non che non è affatto scontata. La contrariet­à di gran parte del gruppo dirigente all’esperiment­o Parisi, il consolidam­ento del legame con Salvini di alcuni big azzurri come il governator­e della Liguria Giovanni Toti, la richiesta di primarie sono crepe visibili che potrebbero trasformar­si in vere e proprie falle, soprattutt­o se il progetto del Cavaliere non offrisse prospettiv­e su un ritorno certo in Parlamento.

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SINTESI VISIVA In piazza per il No. La manifestaz­ioni dei 5 stelle a Roma in vista del referendum del 4 dicembre

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