Firme false, indagata a Palermo non risponde
pVenti minuti. Il tempo di dare le sue generalità ai pm e annunciare che si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere. Samantha Busalacchi, attivista 5Stelle fedelissima dell’ex capogruppo alla Camera Riccardo Nuti, indagata, come il suo “mentore”, per la vicenda firme false alle comunali del 2012 nel capoluogo siciliano, sceglie di tacere. A dispetto dell’invito «chi sa parli» rivolto dal leader del movimento, Beppe Grillo, all’inizio del caso Palermo.
Il silenzio di Busalacchi, accusata da ben tre attivisti di avere materialmente copiato le firme dalle originali, inutilizzabili per un vizio di forma, potrebbe rispondere però a una linea comune dei cosiddetti «nutiani»: una strategia concordata con l’ex capogruppo, che verrà interrogato domani, e con l’altra parlamentare nazionale finita sotto inchiesta, Claudia Mannino, anche lei del cerchio magico del parlamentare nazionale, anche lei convocata in Procura domani. Nuti, Mannino e Busalacchi, tutti e tre indagati, tutti e tre tirati in ballo dai colleghi di movimento, tutti e tre difesi dallo stesso legale.
In direzione contraria vanno invece i parlamentari regionali: in testa Claudia La Rocca, deputata all’Ars che, insieme ad altri due attivisti, Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito, hanno ammesso di avere falsificato le firme e hanno puntato il dito contro gli atri esponenti coinvolti. La Rocca è stata la prima ad andare dai pm . Poi l’hanno seguita gli altri due. E per tutti è scattata l’indagine per il falso. In tutto i pm hanno iscritto 10 persone: tra le quali Alice Pantaleone, interrogata ieri e ferma nel negare che fosse presente la sera delle firme false. In due mesi, comunque, la Procura sembra avere chiuso il cerchio. Con tre testimoni pronti a raccontare dall’interno cosa accadde, centinaia di disconoscimenti di firme e da oggi saggi grafici che potrebbero aggiungere un ulteriore importante tassello. Agli indagati - è accaduto già ieri a Busalacchi e Pantaleone - è stato chiesto di lasciare uno scritto da confrontare graficamente con le firme “incriminate”.