Fisco, meno controlli e più compliance
Stop agli studi di settore - Fattura elettronica generalizzata e contrasto alle frodi sull’Iva
Meno controlli sul contribuente medio e più compliance, stop agli studi di settore e accelerazione sulla digitalizzazione ( fattura elettronica) e sulla composizione preventiva del contenzioso fiscale. Infine, una radiografia ufficiale del sommerso con i relativi trend temporali, e un occhio di riguardo al commercio elettronico e all’evasione dell’Iva.
Sono questi i (molti) obiettivi contenuti nell’Atto di indirizzo di politica fiscale per il triennio 2017/19, documento sottoscritto dal ministro Pier Carlo Padoan e pubblicato ieri sul sito del Mef.
La semplificazione fiscale e il rafforzamento dell’efficacia e dell’equità dei sistemi fiscali, nei propositi del ministro, viaggiano a braccetto con le azioni di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale e all’attività di governance sulle agenzie fiscali. Proprio la revisione della struttura organizzativa e funzionale dell’amministrazione è il punto di partenza del piano triennale, per «razionalizzare le risorse, fornire servizi di alta qualità e assicurare una maggiore compliance volontaria da parte dei contribuenti».
Per migliorare i risultati di gettito si punta ad una strategia di gestione della compliance che prevede l’aumento dell’adempimento spontaneo e la riduzione dell’invasività dei controlli nei confronti di soggetti conside- rati a basso rischio.
Obiettivo centrale per l’agenzia delle Entrate è il potenziamento dei servizi telematici, con la diffusione della dichiarazione precompilata, l’accelerazione dei rimborsi fiscali a cittadini e imprese, e ancora il rafforzamento del ravvedimento operoso.
Sul versante “efficacia e attrattività del sistema Paese” il Mef incentiva la cooperative compliance e intensifica il ricorso al ruling per le imprese con attività internazionale e per l’accesso alle agevolazioni connesse all’utilizzo di beni immateriali ( patent box), articolando i controlli sulla base del risk rating dei vari contribuenti interessati.
Per quanto riguarda l’attività di impresa e in generale il lavoro autonomo, il documento fa riferimento a nuovi indici di affidabilità fiscale, finalizzati a favorire una maggiore compliance dichiarativa delle piccole e medie imprese e dei professionisti in sostituzione degli attuali studi di settore.
Il Mef poi ribadisce l’accelerazione telematica, con l’implementazione delle attività per mettere a disposizione dei contribuenti i servizi per la generazione, la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture elettroniche anche tra privati, la trasmissione telematica delle operazioni Iva e il controllo delle transazioni effettuate attraverso i sempre più diffusi distributori automatici. Agenzia e Gdf dovranno poi presidiare l'ambito del commercio elettronico, indivi- duando nuovi approcci per la riscossione dell’Iva “digitale”.
L’agenzia dovrà anche cimentarsi nel produrre una stima ufficiale dell’evasione fiscale, valutandone poi l’evoluzione nel tempo anche per verificare l’efficacia delle politiche di prevenzione e di contrasto.
Nel programma triennale il Mef “separa” il ruolo della Guardia di finanza, indirizzandola verso il sommerso d’azienda e da lavoro, l’evasione internazionale e le frodi Iva. Una sinergia intelligente con l’amministrazione prevederà poi la valorizzazione in sede fiscale degli elementi acquisiti con l’attività di polizia giudiziaria. Per la Gdf le strategie future puntano al riciclaggio e ai “tipici” illeciti economico-finanziari, senza trascurare il contrasto al gioco e alle scommesse illegali e alla criminalità con particolare riferimento alle «proiezioni imprenditoriali e patrimoniali di soggetti connotati da pericolosità economico-finanziaria e di organizzazioni criminali, anche mafiose e alle loro capacità di infiltrarsi nel settore produttivo».
IL PROGRAMMA Per la Gdf la strategia punta al riciclaggio e ai reati finanziari «tipici» con un occhio alle infiltrazioni mafiose