Bper diventa Spa L’ad Vandelli: «Fusioni? Vedremo nel 2017»
Focus confermato sulla Valtellina, dove ci sono «amici» e dove «vedremo se matura qualcosa nei prossimi mesi». L’ad di Bper, Alessandro Vandelli, ribadisce la sua apertura a un dialogo con Creval e Pop.Sondrio. Soprattutto ora che la banca modenese ha detto addio al voto capitario e si è trasformata in Spa. Tra le ultime popolari ad adeguarsi alle legge Renzi-Padoan, Bper ha approvato il cambio di veste societaria con un voto “bulgaro”: su 4.063 soci presenti (in proprio e per delega) alla Fiera di Modena solo 3 si sono detti contrari, 5 quelli astenuti. Favorevole dunque il 99,8% dei soci. Abbandonato il voto capitario, d’ora in poi le azioni si peseranno. Ecco perchè ora Bper guarda al mondo dei fondi di investimento, che rappresentano «più del 40% del capitale» della banca, dice Vandelli. Nessuna ansia di «scalate ostili», dice il manager, perché «non temiamo il mercato». Ma è innegabile che l’attenzione dei grandi investitori, attivi e passivi, verso il capitale delle banche ex popolari italiane sia destinato a salire. Da qua il varo di un nuovo statuto che, riducendo i membri da 17 a 15 a partire dall’assemblea 2017, darà più spazio alla lista di minoranza, tradizionalmente appannaggio dei fondi. Nel frattempo, Bper punta alla costruzione di un nocciolo duro di azionisti in ottica di stabilizzazione. L’ideale, secondo il management, sarebbe arrivare a un blocco del 20-25%. In queste settimane i dialoghi si stanno infittendo. Ma non è facile, anche perché la volatilità del titolo e le incertezze che gravano sul settore frenano gli entusiasmi. Ecco perchè i tempi non sono immediati. «Qualcosa si sta muoven- do e speriamo che possa proseguire, anche se credo che il percorso non sia brevissimo», dice il manager. «Una volta conclusa - spiega - la fase di sensibilizzazione e valorizzazione delle nostre caratteristiche, sono i soci che devono fare il loro percorso». La prima tappa per mettere qualche punto fermo sull’azionariato sarà l’assemblea di aprile, quando «cominceremo ad avere le idee più chiare delle forze in campo». Ma perché il quadro sia completo occorrerà attendere l’assemblea del 2018, quando sarà rinnovato l’intero board.
A proposito di board, l’assemblea di ieri ha registrato l’assenza per un’indisposizione del presidente Ettore Caselli, che con una lettera rivolta ai soci ha ricordato l’importanza della trasformazione. Da giorni in banca si susseguono voci secondo il presidente starebbe valutando un passo indietro dal suo ruolo per motivi personali, pur rimanendo in Cda. Possibile che il passaggio, che non è escluso avvenga nelle prossime settimane, preveda un avvicendamento con il vicepresidente Luigi Odorici, manager che conosce bene la banca vista l’esperienza da a.d. dal 2012 al 2014 (quando gli subentrò Vandelli), cui spetterebbe il compito di traghettare la banca verso un’eventuale fusione. E proprio sul tema del risiko Vandelli è tornato per ribadire l’interesse verso la Lombardia, considerato un «territorio strategico». Sguardo rivolto alla Valtellina, in particolare, dove la banca ha «amici». Riferimento implicito al Creval e Pop. Sondrio, anche se per Vandelli «bisogna essere rispettosi dei tempi, dei modi e dei desideri degli altri: vedremo nei prossimi mesi se matura qualcosaualco».