A Giovanni Bazoli il «Vittorino Colombo»
pGiovanni Bazoli ha vinto la XX edizione del Premio internazionale Vittorino Colombo, assegnato ogni anno a un personaggio di livello internazionale che abbia contribuito allo studio e alla diffusione dei valori autentici della politica diretta alla solidarietà e alla collaborazione fra i popoli. La premiazione del presidente emerito di Banca Intesa Sanpaolo avverrà oggi alle ore 11 nella Villa Campello presso la Sala Consiliare del Municipio di Albiate, preceduta alle 9,30, nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Evangelista di Albiate, da una messa in ricordo del senatore Vittorino Colombo. Il premio è stato istituito nel 1997 per ricordare la figura dello scomparso senatore - apprezzato tessitore di rapporti internazionali - che ha ricoperto il ruolo di presidente del Senato ed è stato più volte ministro della Repubblica. 1971, 1983) di un autentico razzista come George Wallace a governatore dell’Alabama non mise certo in discussione la stabilità del sistema federale americano. Mi si potrà dire, ma gli Stati Uniti sono uno stato federale mentre la Ue è una confederazione. No, non è così. Intanto perché la Ue è molto più di una confederazione e poi perché gli Stati Uniti non sono uno stato federale, ma un’unione in cui gli stati federati hanno molto più potere di un qualsiasi Land dello stato federale tedesco. La differenza è che nella Ue si è venuto ad istituzionalizzare un modello intergovernativo di integrazione che consente ad una bronchite presa a Parigi di trasformarsi in una polmonite incurabile a Bruxelles. Mentre questo non può avvenire negli Stati Uniti proprio perché essi hanno separato la politica degli stati federati da quella del centro federale. Con la crescita della governance intergovernativa, nella Ue, contrariamente agli Stati Uniti, non vi sono barriere anti-incendio per bloccare il fuoco che potrebbe trasmettersi dalla politica nazionale a quella sovranazionale. Come se non bastasse, in Europa, chi é insoddisfatto contro le decisioni intergovernative prese a Bruxelles, non sa poi con chi prendersela o dove andare per cambiarle. Così i nazionalisti hanno potuto aggregare, intorno alla loro rivendicazione del ritorno alle sovranità nazionali del passato, anche coloro che erano critici delle politiche perseguite dalla Ue nel presente. Insomma, mentre negli Stati Uniti la divisione tra la politica dell’apertura e della chiusura non ha messo in discussione la stabilità della loro unione, in Europa invece la stessa divisione ha messo in discussione la sopravvivenza della nostra unione. Ma se così è avvenuto, non è il caso di riformare quest’ultima?