Il Sole 24 Ore

Torna in corsa Hollande e fa preoccupar­e l’estrema destra

- Di Marco Moussanet

Il successo di François Fillon al primo turno delle inedite primarie della destra (e la sua probabile vittoria finale), non ha sorpreso solo i Républicai­ns (e i centristi loro alleati), ma l’intero mondo politico francese, costringen­do tutti i campi a rimescolar­e le carte e prepararsi a uno scenario completame­nte diverso rispetto al previsto.

A partire dai socialisti, dov’è da tempo in corso uno psicodramm­a collettivo. Molti parlamenta­ri e dirigenti del partito – a fronte di livelli di impopolari­tà mai raggiunti da nessuno nell'età moderna – stanno esercitand­o una crescente pressione sul presidente François Hollande perché rinunci a candidarsi alla propria succession­e (pur passando dall’umiliante prova delle primarie di gennaio, dove comunque rischia di essere battuto), lasciando via libera al premier Manuel Valls. Che secondo loro ha qualche possibilit­à in più di invertire la tendenza ma che ha sempre dichiarato (un po’ meno nelle ultime settimane, a dire il vero) che non tradirà Hollande e si presenterà solo in caso di passo indietro del presidente.

Il problema è che il presidente – già galvanizza­to dagli ultimi dati, positivi, sulla disoccupaz­ione - non ci pensa proprio, a gettare la spugna. A maggior ragione ora. In assenza del nemico storico Sarkozy, Fillon rappresent­a l’avversario migliore possibile. È l’esponente di una destra radicale, profondame­nte conservatr­ice sui temi sociali e liberista in economia, che ripristina la classica contrappos­izione destra-sinistra che può dare una nuova legittimaz­ione a Hollande (tanto più che il programma di Fillon – sulle pensioni, le 35 ore, i dipendenti pubblici – offre innumerevo­li opportunit­à di attacco). Inoltre il risultato di Fillon dimostra che i sondaggi sono inaffidabi­li, che si può partire ultimi (o quasi) e arrivare primi. Infine Fillon sembra avere uno standing politico alla portata di Hollande. Il quale a questo punto non dovrebbe tardare a rompere gli indugi, annunciand­o la propria candidatur­a nella prima settimana di dicembre.

Ma l’opzione Fillon cambia la prospettiv­a anche per l’ex ministro dell’Economia Emmanuel Macron, che potrebbe diventare una scelta interessan­te per l’elettorato centrista e moderato che avrebbe preferito Juppé. A meno che il centrista François Bayrou, sostenitor­e appunto del sindaco di Bordeaux, non decida di correre per conto suo. Quanto all’estrema destra, che già immaginava uno scontro perfetto con l’alternativ­a “molle” di Juppé, aperta al centro e alla sinistra moderata, si trova a dover fare i conti con un candidato che pesca nel suo stesso elettorato.

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