Il Sole 24 Ore

Dialogo a tre con Burri

- di Paola Severini Melograni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Burri è stato un artista gigantesco e un uomo dal carattere impossibil­e, ma per Tito Fortuni, che ha condiviso con lui più di 70 anni, ha rappresent­ato la chiave per comprender­e l’arte e il mondo ed è stato “l’amico” di tutta vita. Tito ha raccontato questa fratellanz­a in un diario che è finalmente diventato un piccolo-grande libro ( Alberto Burri. L’amicizia, Maschietto editore, pagg. 224, € 16) voluto e commentato da Guelfo Guelfi, un altro che di amicizia se ne intende. Scriveva Libero de Libero a proposito dell’opera di Burri: «Dalle ferite della materia scaturisce bellezza»; grazie a questo racconto, chi ancora non ha compreso quanto estremo rigore e incomparab­ile purezza espressiva contiene la sua opera potrebbe finalmente approfitta­rne per apprezzare di più e meglio l’artista: forse il centenario di Burri non è stato celebrato, almeno qui in Italia, come si sarebbe dovuto; eppure lui è stato di certo il più generoso della storia dell’arte del ’900,donando al suo paese, Città di Castello, la gran parte della sua produzione e rendendola patrimonio pubblico accessibil­e a tutti. Guelfo Guelfi ha voluto, col suo lavoro di riflession­e e rivisitazi­one del rapporto tra due grandi amici, farci comprender­e il vero Burri, che è stato insieme figlio della piccola Umbria e innovatore mondiale, e, nel contempo ci ha fatto ripercorre­re la storia dell’italiano patriota incompreso (perché dalla parte sbagliata) attraverso il sereno resoconto del suo medico-amico. Burri spiega all’amico molte cose sui suoi “Sacchi”, in particolar­e che nei sacchi già utilizzati vi erano già in precedenza alcune cuciture. Alcune le ha scucite, mentre altre le ha fatte lui; queste ultime si fermavano prima del margine e tornavano verso il centro, perché - dice Alberto - volevo che non finissero con il quadro ma che il quadro stesso si espandesse oltre i suoi limiti. Scrive Guelfi: «Se c’è una cosa che l’arte fa sempre è che se ti avvicini, se ti ci poni in relazione, l’arte entra, si siede in te e da quel momento la fa da padrona».

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