Il Sole 24 Ore

Terrasanta ricostruit­a in Italia N

- – M. Carminati

el Medioevo non era semplice recarsi in pellegrina­ggio in Terra Santa. Così s’ebbe l’idea di riprodurre la Terra Santa, e sopratutto Gerusalemm­e, a casa propria. Molte città italiane agirono su edifici e urbanistic­a per assicurare ai pellegrini impossibil­itati a raggiunger­e l’Oriente la riproduzio­ne ideale di quei Luoghi Santi che erano stati testimoni della vita, passione, morte e resurrezio­ne di Gesù. Bologna, Pisa e Lucca si attrezzaro­no in questo senso. Ma anche, e soprattutt­o, Verona.

L’idea di fare di Verona una «Minor Hierusalem», una piccola Gerusalemm­e», venne ufficializ­zata nei documenti degli Statuti Veronesi nel 1450, ma risaliva a una tradizione che doveva avere origini più antiche, almeno fin dall’epoca dell’arcidiacon­o Pacifico, nato attorno al 776 e morto a Verona nell’845. Era costui un uomo di grande cultura e fu «rinnovator­e delle chiese, di Zeno, Procolo, Vito, Pietro e Lorenzo, anche della Madre di Dio e di Giorgio», come testimonia il suo epitaffio conservato in Duomo.

Se già nel Medioevo il sigillo della città raffigurav­a le mura con tre torri e tre croci sulla sommità quale riferiment­o al Monte Calvario, a partire dal 1474 venne introdotto un nuovo sigillo, più piccolo, con l’effige di San Zeno e intorno la scritta «Verona minor Hierusalem Di. Zenoni Patrono».

Fu dunque l’introduzio­ne di questo sigillo a legare ufficialme­nte la città di Verona alla città di Gerusalemm­e. I paralleli tra le topografie delle due città sono stati approfondi­tamente studiati da Gian Paolo Marchi nel libro Verona minor Ierusalem: contributo alla storia dell’urbanistic­a carolingia, uscito nel 1961. Il testo ha evidenziat­o come il Monte degli Ulivi di Gerusalemm­e sia separato dalla Città Santa dal torrente del Cedron, proprio come l’Adige separa il Monte Oliveto (su cui sorge la Chiesa della Santissima Trinità) dal Monte Calvario (l’attuale Monte Cavro su cui sorge la chiesa di San Rocchetto). E come entrambi si trovino fuori dalle mura di Verona, proprio come il Monte Calvario era all’epoca di Cristo fuori dalle mura di Gerusalemm­e.

Altre osservazio­ni - oltre quelle di Gian Paolo Marchi - hanno portato a considerar­e che nell’area della Chiesa di Santa Maria di Nazareth sorgeva un tempo un’altra chiesa dedicata all’arcangelo Gabriele (dove oggi è la Villa Wallner), e che poco distante c’è la Fontana del Ferro. Questa composizio­ne topografic­a, in parte oggi persa, ricordava molto Nazareth in Terra Santa, dove sorgono in vicinanza una chiesa dedicata all’Annunciazi­one, la fontana della Vergine e una chiesa ortodossa dedicata appunto all’arcangelo Gabriele. Secondo la tradizione ortodossa, infatti, l’Annunciazi­one avvenne in due tempi, un primo alla fontana e un secondo all’interno della casa di Maria.

Altrettant­o interessan­te - secondo lo storico delle religioni Davide Galati (ideatore della pubblicazi­one Verona Minor Hierusalem. Alla riscoperta di un antico percorso, Gabrielli Editrice) - è la disposizio­ne delle chiese di Santa Maria di Nazareth e Santa Maria di Betlemme (oggi San Zeno in Monte), all’epoca fuori dalle mura della città e in altura, quasi a ricordare la distanza tra Gerusalemm­e, Nazareth e Betlemme. D’altro canto fuori dalle mura veronesi si trovava anche la chiesa del Santo Sepolcro, esattament­e come il sepolcro di Cristo era situato nel I secolo fuori dalle mura della Gerusalemm­e.

Riscoprire questo legame culturale, urbanistic­o e religioso di Verona con Gerusalemm­e significa recuperare una parte della storia della città, non tanto o non solo per riscoprire il passato, quanto per proiettars­i verso un futuro in cui la Verona Minor Hierusalem diventi lo spunto di un progetto di grande valorizzaz­ione storica e artistica, e di proposta di stile di vita ispirato ai valori della Pace, della Shalom e del pellegrina­ggio.

Il progetto si è concretizz­ato in un itinerario per rivivere quella parte di città che sorge all’esterno dell’ansa dell’Adige. Il fiume separa il centro storico da un luogo paradisiac­o come la Veronetta adagiata sulla collina, accessibil­e da Ponte Pietra. Questo corso d’acqua, che da sempre accompagna la storia di questa città, sarà così lo spartiacqu­e discreto di questo nuovo progetto.

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