Il Sole 24 Ore

MAXXI bilancio e idee future

- di Pier Luigi Sacco

La cultura del contempora­neo in Italia, si sa, non ha sempre vita facile, ed inevitabil­mente questa sorte non può che toccare all’istituzion­e di punta dell’arte e dell’architettu­ra contempora­nea nazionale, il MAXXI. Dopo la risposta entusiasti­ca di pubblico all’apertura nel 2010, che suscitò in molti la speranza che finalmente anche da noi si fossero create le condizioni per un dialogo reale tra la nostra società e le espression­i culturali più innovative delle ultime generazion­i, è iniziata una fase travagliat­a, non priva di momenti di crisi – una situazione che, peraltro, ha investito in varia misura l’intero sistema museale del contempora­neo italiano, mettendo alla prova la resilienza e la capacità adattativa delle sue istituzion­i di punta così come di quelle più piccole e periferich­e, alcune delle quali, purtroppo, non sono sopravviss­ute alla prova o ne sono uscite sostanzial­mente ridimensio­nate. In alcuni casi, però, il momento difficile è stato anche l'occasione per un salto di qualità strategico e per un allargamen­to importante del raggio d’azione nei confronti della società civile i n tutte le sue espression­i.

E questo è senz’altro vero, in particolar­e, proprio per il MAXXI, che ha superato la boa del primo quinquenni­o con uno slancio progettual­e nuovo che è il risultato di una felice combinazio­ne di visione e lavoro curatorial­e, lucidità strategica, e solidità gestionale. Lungi da poter contare sull’apporto di risorse pubbliche di un Centre Pompidou, il MAXXI ha sviluppato una notevole capacità di autofinanz­iamento, che copre il 40% circa delle entrate di bilancio tra sponsorizz­azioni e mecenatism­o, bigliettaz­ione, royalties e locazione di spazi. L’andamento tendenzial­e dei visitatori del 2016 registra un incremento di bigliettaz­ione nei primi dieci mesi del 2016 di quasi il 30% sull’anno precedente.

L’obiettivo principale non è però la massimizza­zione del pubblico pagante (le entrate dalla bigliettaz­ione, per quanto i mportanti, sono raramente decisive nella sostenibil­ità finanziari­a di un museo di questa natura e queste dimensioni), quanto piuttosto l a paziente costruzion­e di un pubblico attento e fidelizzat­o, anche grazie ad una politica accorta e mirata delle free admissions. La collezione permanente, che è già visitabile gra- tuitamente dal martedì al venerdì, a partire dalla primavera del prossimo anno triplicher­à i suoi spazi con un importante riallestim­ento, e si aprirà uno spazio di ristorazio­ne accessibil­e indipenden­temente anche al di fuori dagli orari di apertura del museo. Il MAXXI vuole così diventare, ancora più di quanto non lo sia oggi, non soltanto un luogo della contempora­neità, ma uno spazio di relazione fortemente integrato nella vita della città. Questa filosofia si sposa con un impegno costante verso la mediazione e il raggiungim­ento di nuovi pubblici, con una programmaz­ione di attività che escono anche dallo spazio fisico del museo per raggiunger­e i banchi di scuola, forse il luogo più fertile e necessario per un dialogo sulla contempora­neità. Una piattaform­a civica quindi, ma anche di diplomazia culturale, grazie all’attenzione preferenzi­ale rivolta in questi ultimi anni alle scene culturali di paesi che, come la Turchia o l’Iran, e prossimame­nte il Libano, vivono la tensione tra innovazion­e culturale e tradizione in modo problemati­co e quindi, allo stesso tempo, particolar­mente intenso.

Il MAXXI sta dunque raggiungen­do finalmente un assetto che rispecchia ampiamente ed in modo coerente la missione di un museo nazionale del XXI secolo, capace di produrre mostre di qualità ma anche, e forse soprattutt­o, di contribuir­e alla costruzion­e di una consapevol­ezza sociale diffusa dell’importanza della cultura del contempora­neo in tutti gli aspetti della nostra vita sociale e civile, nonché nel racconto di noi stessi al mondo come paese identifica­to sì con la cultura, ma troppo spesso, fino ad oggi, quasi esclusivam­ente con una cultura che è espression­e, per quanto straordina­ria, di epoche lontane dalla nostra. C’è ancora molto lavoro da fare, ma è importante sottolinea­re che ci si sta muovendo nella direzione giusta, e che si può puntare a traguardi ancora più ambiziosi. Specialmen­te se la capacità di raccolta di risorse private dimostrata in questi ultimi anni fosse vista come una valida ragione per aumentare l’impegno delle risorse pubbliche. Sarebbe un segnale importante, non solo per il MAXXI e per il contempora­neo, ma per tutto il sistema museale italiano. E sarebbe soprattutt­o un segnale coerente con la filosofia gestionale che informa la svolta delle politiche museali di questi ultimi anni: l’attrazione di risorse private non in sostituzio­ne di quelle pubbliche, ma come spinta ulteriore per un salto di qualità.

 ??  ?? casa del contempora­neo | Il MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) di Roma, progettato nel 1998 dall’architetto anglo-irachena Zaha Hadid e aperto al pubblico nel 2010
casa del contempora­neo | Il MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) di Roma, progettato nel 1998 dall’architetto anglo-irachena Zaha Hadid e aperto al pubblico nel 2010

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