Il Sole 24 Ore

«Le connession­i più forti dei muri»

«Saranno le aree collegate al mondo a vince re la sfida del nuovo secolo»

- di Pierangelo Soldavini

che fa la Cina: non conquista militarmen­te i vicini, ma li usa per realizzare la connettivi­tà per raggiunger­e l’Europa». In questo ambito la fisicità prescinde anche dal digitale: la connetivit­à digitale rappresent­a l’ultimo strato dell’infrastrut­tura mondiale, anche se è quello con la maggior estensione.

Anche la rete digitale si fonda quindi su quella fisica. Una rete che è frutto degli investimen­ti governativ­i: «Le multinazio­nali private hanno però saputo sfruttare questa connettivi­tà meglio di chiunque altro: oggi abbiamo una dozzina di imprese “metanazion­ali”, superpoten­ze senza stato che modellano i mercati mondiali senza rispondere a una singola giurisdizi­one».

Ma la prima e più importante forma di globalizza­zione resta la migrazione: «È impossibil­e quantifica­re il valore e l’impatto di 300 milioni di persone che oggi nel mondo vivono al di fuori del loro paese - sottolinea Khanna -: non c’è paragone nella storia dell’umanità in termini di diffusione di idee e di condivisio­ne di talenti e competenze, ma anche di sviluppo economico nei paesi più poveri grazie alle rimesse dei migranti».

Oggi però il fenomeno della migrazione si deve confrontar­e in tutto il mondo, per il momento principalm­ente in Europa, con i muri che vengono costruiti per bloccare il flusso globale di persone in fuga da guerre, violenza e povertà. Neanche questo mette in crisi Parag Khanna: «In realtà sono solo alcuni paesi europei che vogliono rallentare l’invasione di migranti, ma questo non significa che le migrazioni siano state fermate o addirittur­a invertite. Sempliceme­nte puntano a mettere sotto controllo il fenomeno. Il resto del mondo sta facendo esattament­e il contrario: abbattere i muri e ridurre le barriere. Tutti i leader africani hanno costituito un’area di libera circolazio­ne delle persone senza visti a partire dal 2002. Nel Sud-Est asiatico e in America latina è già così. Negli ultimi anni tre miliardi di persone hanno quindi avuto l a possibilit­à di muoversi con maggior libertà. L’Europa è l’eccezione, non la regola».

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Connectogr­aphy. Le mappe del futuro ordine mondiale di Parag Khanna, Fazi Editore, 26 euro

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