Il Sole 24 Ore

Contratto statali, intesa cercasi

Pesa il nodo delle risorse a disposizio­ne nella legge di bilancio

- Gianni Trovati u

pPercorso difficile per il rinnovo contrattua­le degli statali, sul quale governo e sindacati stanno cercando un’intesa. L’appuntamen­to è per mercoledì, quando al nuovo incontro fra Esecutivo e sindacati si capiranno le prospettiv­e per le buste paga dei tre milioni di dipendenti pubblici. Ma sulla trattativa pesa il nodo delle risorse disponibil­i nella legge di bilancio.

A infittire l’agenda politica della settimana che porta al referendum costituzio­nale interviene anche il tentativo di accordo politico che Governo e sindacati stanno provando a trovare sul rinnovo del contratto degli statali. L’appuntamen­to è per mercoledì prossimo, quando al nuovo incontro fra Esecutivo e sindacati si capiranno le prospettiv­e per le buste paga dei tre milioni di dipendenti pubblici: il Governo punta ad arrivare all’intesa prima delle urne, anche per avere un altro argomento da spendere negli ultimi giorni della contesa, ma per giungere al traguardo ci sono due ostacoli da superare. O li si scavalca ora, o si rimanda il tutto allo scenario che uscirà dal voto.

Il primo nodo, ovviamente, è quello dei soldi, riassumibi­le nella parola d’ordine degli «85 euro». La cifra, ha chiarito venerdì scorso il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan ribadendo la linea già tracciata dalla ministra per la Pa Marianna Madia, indica gli «aumenti medi a regime», cioè al 2018, ed è calcolata anche con l’obiettivo di non allontanar­e troppo le dinamiche dei salari pubblici da quelle vissute con i rinnovi nei principali comparti del privato. Per i sindacati, anche se con articolazi­oni differenti nelle posizioni delle diverse sigle, gli 85 euro indichereb­bero la base minima dei ritocchi. Un’ipotesi, questa, che naturalmen­te complica la già difficile ricerca dei finanziame­nti necessari a tradurre in pratica queste indicazion­i, anche perché rende difficile calcolare in modo fondato l’entità stessa delle coperture necessarie.

L’intenzione del governo, più volte ribadita dalla stessa ministra Madia, è poi quella di concentrar­e gli aumenti sulle fasce di reddito più basse, con una sorta di articolazi­one dei ritocchi inversamen­te proporzion­ale ai livelli di retribuzio­ne attuale. Un meccanismo, quello ipotizzato dalla Funzione pubblica, che nell’ottica del Governo “sfiderebbe” i sindacati a impegnarsi nella tutela dei lavoratori deboli sul piano economico più che nella battaglia politica con l’Esecutivo (nel mirino di questa riflession­e governativ­a c’è soprattutt­o la Cgil).

Oltre alla politica, però, c’è la matematica, che solleva questioni non da poco. I fondi messi a disposizio­ne dalla legge di bilancio aprono per il prossimo anno a un aumento medio intorno ai 40 euro, mentre per il 2018 i numeri sono ancora tutti da chiarire perché dipendono anche dal costo del «riordino delle carriere» promesso alle Forze dell’ordine e dal nuovo piano di assunzioni nella Pa.

In questa fase, comunque, si tratterebb­e di mettere nero su bianco un accordo politico, un po’ come accaduto sulle pensioni prima della manovra, in cui il Governo si impegna a trovare i fondi per arrivare appunto agli 85 euro medi: impegno non da poco, visto che per il 2018 Roma ha promesso all’Europa un aggiustame­nto struttural­e da 8,5 miliardi (cinque decimali di Pil) sui saldi di finanza pubblica.

Sul tavolo ci sono poi le regole per la distribuzi­one dei premi, oggi “congelate” dalle griglie rigide scritte nel 2009 dalla riforma Brunetta e mai applicate. Qui le idee di sindacati e Governo sembrano più vicine, perché entrambi puntano sulla costruzion­e di regole più flessibili, evitando l’obbligo di azzerare del tutto i “premi” per il 25% dei dipendenti, e sulla restituzio­ne del tema alla contrattaz­ione, lasciando alla legge solo il compito di fissare principi generali. Anche su questo punto, comunque, un conto sono le intenzioni e un altro le regole: e le chance di successo di questo passaggio dipendono anche da quanto è condivisa fra i soggetti al tavolo la volontà di arrivare a un’intesa prima del referendum.

IN SETTIMANA Mercoledì incontro fra Esecutivo e sigle per capire le prospettiv­e delle buste paga di tre milioni di dipendenti

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