Il Sole 24 Ore

La lotta alla burocrazia nei Paesi Ue

- Chiara Bussi

Almeno sulla carta i big d’Europa ci credono. Tanto che negli anni della crisi Francia, Spagna e Germania hanno messo in cantiere riforme per rendere la macchina dello Stato più efficiente, favorire una maggiore flessibili­tà del lavoro dei dipendenti pubblici e una gestione più managerial­e. Con un dividendo anche per le casse dello Stato.

Vista dagli addetti ai lavori, però, ci sono ancora margini di migliorame­nto. Lo dimostra un recente studio promosso dal Cocops, la rete europea per il settore pubblico del futuro, che ha tastato il polso di oltre 6mila alti funzionari di 17 Paesi.

In Francia, dove ben un quinto della popolazion­e attiva lavora alle dipendenze dello Stato, la partita si è giocata finora su più fronti: dalla semplifica­zione degli atti alla sforbiciat­a di enti e commission­i consultive. Fino all’ipotesi di revisione dello statuto del funzionari­o pubblico, con una riduzione del numero degli addetti e un innalzamen­to dell’orario di lavoro, che ha fatto irruzione nella campagna per le primarie del centro-destra. «Le riforme - sottolinea Steven Van De Walle, docente di pubblica amministra­zione e coordinato­re di Cocops - sono state graduali, con l’introduzio­ne di strumenti manageria- li, ma il livello di trasparenz­a è rimasto basso».

In Spagna il cantiere è stato aperto nel 2012 con la creazione della Cora, la Commission­e interminis­teriale per la riforma della Pa. Oltre alle forbiciate annunciate di enti regionali - 600 in meno entro il 2020 - e lo sviluppo del digitale, si punta a introdurre una maggiore flessibili­tà del lavoro. L’impasse politica potrebbe però aver condiziona­to la tabella di marcia. «Il ritmo - dice Van de Walle - è molto lento, anche a causa della forte politicizz­azione dell’apparato burocratic­o».

In Germania i dipendenti pubblici rappresent­ano l’11,5% degli occupati totali. Berlino punta al passaggio completo al digitale di tutta la Pa entro il 1° gennaio 2020 e al telelavoro per tutti, oltre a misure per conciliare famiglia e occupazion­e e stipendi legati alla performanc­e. È inoltre in atto una riflession­e per rafforzare il tandem pubblico-privato. «Il Paese - spiega Van de Walle - ha compiuto passi avanti, ma il sistema pubblico resta molto tradiziona­le e il terreno non è ancora fertile per lo sviluppo di un approccio managerial­e». Secondo gli stessi alti funzionari le riforme sono state finora insufficie­nti e dal punto di vista organizzat­ivo le nuove logiche non sono ancora state recepite.

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