Il Sole 24 Ore

Le profession­i: adempiment­i inutili

- B.L.M.

pLa moratoria estiva, l’eliminazio­ne della presunzion­e legale di evasione sui prelievi dai conti correnti dei profession­isti, la cancellazi­one degli studi di settore come strumenti di accertamen­to e i termini più ampi per l’integrazio­ne delle dichiarazi­oni correttive a favore (equiparati a quelle per le dichiarazi­one a sfavore) sono le novità più apprezzate dai profession­isti.

Ma non bastano a controbila­nciare i nuovi oneri causati dall’aumento delle comunicazi­oni.

Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei commercial­isti, punta il dito soprattutt­o contro lo “spesometro” trimestral­e, ossia la comunicazi­one analitica dei dati delle fatture: «Non è previsto in nessun Paese con un’economia avanzata ed è in contrasto anche con le indicazion­i del Fondo monetario internazio­nale che raccomanda­no l’aggregazio­ne e la riduzione al minimo delle informazio­ni». «Delle nostre richieste - continua Longobardi - è stata accolta solo quella sulla la riduzione delle sanzioni. Per questo il 14 il Consiglio aderirà alla manifestaz­ione sindacale di categoria. Le misure positive ci sono, ma sono carezze che non compensano lo schiaffone che arriva dall’aumento degli adempiment­i».

Longobardi boccia inoltre con forza l’ammissione dei tributaris­ti fra i soggetti che possono assistere i clienti nei rapporti con l’agenzia delle Entrate.

L’estensione ai profession­isti non iscritti agli Albi della rappresent­anza stragiudiz­iale, è invece una delle novità accolte (ovviamente) con maggior favore dall’associazio­ne nazionale consulenti tributari (Ancot). «Dimostra un’attenzione molto importante ai profession­isti senza Albo», dichiara Saturno Sampalmier­i, segretario generale dell’Ancot che non condivide la manifestaz­ione del 14 dicembre e propone «un tavolo comune dove elaborare una proposta di semplifica­zione del fisco».

Molto severo invece il giudizio del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. «È un provvedime­nto che sa di antico - spiega il presidente Marina Calderone -e rispecchia una logica basata su sfiducia e complicazi­one burocratic­a. Avevamo chiesto di spostare l’invio della certificaz­ione unitaria al 31 marzo ma hanno dilazionat­o al 31 solo la consegna ai dipendenti, cosa che non cambia nulla» .

L’obiettivo principale dei nuovi adempiment­i è l’anticipazi­one dei controlli e dell’incasso dei versamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma secondo Marco Cuchel, presidente dell’Associazio­ne nazionale commercial­isti, questo meccanismo «andrà a colpire chi, per difficoltà economiche, rinviava i versamenti (magari per dare precedenza al pagamento di dipendenti e fornitori) e poi si aggiustava con il ravvedimen­to operoso o versando, dopo l’avviso bonario, magari a rate. Succedeva molto spesso e non si tratta di evasione».

«Anche la scadenza del 25 luglio per il primo anno è sbagliata e va portata a settembre - continua Cuchel che non dimentica le misure positive, a partire dall’allungamen­to dei tempi per le dichiarazi­oni correttive a favore . «Gli elementi negativi però sono molti e per la prima volta in assoluto faremo sciopero ».

«Il problema dell’evasione va risolto individuan­do le cause e non sparando nel mucchio - rincara la dose Amedeo Sacrestano, presidente dell’Associazio­ne nazionale dottori commercial­isti. «L’agenzia delle Entrate possiede miliardi di informazio­ni: deve solo incrociare i dati e non ribaltare l’onere sul commercial­ista e sul contribuen­te».

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