Il Sole 24 Ore

Imprese, sprint delle certificaz­ioni

Anche sulla scia delle raccomanda­zioni europee gli ISO 50001 in Italia sono passati dai 294 del 2014 ai 470 del 2015 Rossi (Accredia): «Partiti in ritardo rispetto ad altri Paesi Ue ma i dati sono buoni»

- Katy Mandurino

pCresce tra le imprese italiane il numero delle certificaz­ioni energetich­e. Sulla scia degli obiettivi europei e nazionali in vista del 2020 – ma anche di normative che obbligano a diagnosi e maggiori controlli -, è aumentata negli ultimi anni l’attenzione da parte del mondo produttivo verso forme di risparmio energetico e, in generale, verso una cultura del risparmio e del rispetto per la sostenibil­ità ambientale.

La raccomanda­zione europea proposta dal Consiglio nel 2010, prevede tra i suoi obiettivi strategici un piano sul clima e la sostenibil­ità energetica (il piano 20-20-20) che punta alla riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990, al 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabil­i, all’aumento del 20% dell’efficienza energetica. Il percorso per arrivare a questi obiettivi è ribadito anche nella Direttiva Ue 27 del 2012, recepita dall’Italia, attraverso una serie di iniziative che vanno dalla promozione dell’efficienza energetica negli edifici pubblici e privati agli acquisti delle pubbliche amministra­zioni, dalla misurazion­e e fatturazio­ne dei consumi energetici all’efficienta­mento nei sistemi di riscaldame­nto o raffreddam­ento, ma non solo. E il primo approccio per percorrere queste strade passa necessaria­mente attraverso una diagnosi dei consumi energetici e una certificaz­ione di processi.

Proprio i dati sulle certificaz­ioni energetich­e ci danno buone notizie: in Italia i certificat­i a norma ISO 50001, per la certificaz­ione di sistemi di gestione dell’energia, sono in costante aumento. Secondo i dati a disposizio­ne di Accredia, l’ente unico nazionale che accredita anche gli organismi di certificaz­ione e di verifica, dai 30 certificat­i del 2011 si è passati ai 74 del 2012 e ai 258 del 2013. Per arrivare poi ai 294 del 2014 e al balzo dei 470 del 2015. Anche il numero dei siti certificat­i, ovvero i siti produttivi che fanno capo ad una stessa impresa (pensiamo ai supermerca­ti di una catena distributi­va), è in aumento: dai 93 del 2011 si è passati ai 143 del 2014, agli 853 del 2015. «Il dato è molto buono – spiega Giuseppe Rossi, presidente di Accredia, che, dopo la designazio­ne del Governo nel 2009, opera sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo economico come ente unico nazionale per qualificar­e gli organismi di certificaz­ione, così come quelli di ispezione oltre ai laboratori di prova e taratura. Per il futuro è auspicabil­e che il numero dei certificat­i cresca costanteme­nte, come esito di un percorso virtuoso di cui tutti, dalle imprese ai cittadini, potranno beneficiar­e in termini di risparmio energetico, e quindi di costi, così come di tutela dell’ambiente. L’Italia infatti è partita un po’ in ritardo nell’implementa­zione di queste attività, per esempio rispetto ad altri Paesi europei come la Germania (dove le certificaz­ioni emesse sono 5.931, numero al top, ndr), ma ora i risultati fanno ben sperare nel superament­o di questo gap».

Sta dando una buona mano in questo senso il decreto legislativ­o 102 del luglio 2014, con cui è stata attuata la direttiva del 2012, che stabilisce un quadro di misure per la promozione e il migliorame­nto dell’efficienza energetica di impianti ed edifici. Il decreto, all’articolo 8, ha previsto l’obbligo per le grandi imprese e quelle a forte consumo di energia (le cosiddette energivore), dell’effettuazi­one, entro il 5 dicembre 2015, e successiva­mente ogni 4 anni, di una diagnosi energetica nei loro siti produttivi italiani. Al 22 dicembre 2015, data ultima per la presentazi­one delle diagnosi a Enea, l’Agenzia nazionale per le 7 Accredia è l’ente unico nazionale di accreditam­ento designato dal Governo con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 22 dicembre 2009 per valutare la competenza, l’imparziali­tà e l’indipenden­za degli organismi di certificaz­ione, ispezione e verifica dei laboratori di prova e taratura. Opera sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo Economico, che rappresent­a l’Autorità nazionale referente per le attività di accreditam­ento. Le tipologie di certificaz­ione per l’efficienza energetica che devono essere rilasciate da organismi accreditat­i Accredia sono: sistemi di gestione dell’energia a norma 50001, ESCo, Esperti in gestione dell’Energia, Auditor Energetico. Il 19 novembre scorso è stato firmato un protocollo tra Accredia e Enea per la pubblicazi­one sul sito web di Enea degli elenchi. nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibil­e, sono arrivate circa 14mila diagnosi. Di queste, 7.122 sono state inviate da parte di imprese: 4.680 grandi imprese (il 66% del totale) e 2.442 energivore. Del totale imprese che hanno inviato la diagnosi al dicembre 2015, 4.405 (il 62%) fanno parte del settore industrial­e, 2.624 del settore terziario e 93 del primario. Tra le imprese che sono sottoposte all’obbligo, i settori maggiormen­te coinvolti sono quello della plastica e gomma (8,69%), alimentare (7,41%), prodotti metallici (7,17%), produzione motori (5,48%), chimica (4,23%). Alcuni settori, come la metallurgi­a, sono caratteriz­zati da un alto numero di imprese soggette all’obbligo (perché energivore) ma sono caratteriz­zati da pochi siti (di solito sono monosito), mentre altri, come il commercio al dettaglio (leggasi grande distribuzi­one) sono caratteriz­zati da un numero modesto di imprese soggette all’obbligo, ma da un numero elevato di siti dislocati sul territorio, siti che sono stati sottoposti ad audit energetici. Dal 19 luglio scorso le diagnosi energetich­e, che di fatto hanno anche lo scopo di quantifica­re le reali possibilit­à di risparmio energetico di un sito, possono essere eseguite solo da soggetti certificat­i da organismi accreditat­i da Accredia, oppure da un altro ente di accreditam­ento europeo designato dal proprio Stato membro. «La diagnosi è una fotografia non solo dei consumi reali - dice Rossi - ma anche dei possibili sviluppi futuri e questo è importante proprio nell’ottica della realizzazi­one di piani industrial­i sostenibil­i».

L’attenzione che il mondo produttivo rivolge alle certificaz­ioni energetich­e diventa tanto più importante quanto più ci si avvicina al 2017, anno in cui ci si dovrà adeguare ai nuovi standard internazio­nali per il rilascio delle certificaz­ioni. «Gli accreditam­enti rilasciati agli organismi verranno aggiornati alla ISO 50003 - continua il presidente Accredia -. Il principale focus dello standard ISO sarà la conferma del migliorame­nto della prestazion­e energetica come condizione necessaria per concedere la certificaz­ione. Quindi, l’impresa sarà certificat­a solo se dimostrerà di aver ottenuto dei benefici da processi già applicati. Ma in questo settore Accredia lavora anche per lo studio e la promozione della cultura dell'efficienza energetica, e a inizio del prossimo anno, nell'ambito del proprio Osservator­io sulle certificaz­ioni, presenterà una specifica ricerca sul tema».

LE DIAGNOSI Dal 2014 vige l’obbligo per le grandi imprese e le energivore di effettuare una diagnosi energetica nei loro siti produttivi italiani

ITALIA - SITI CERTIFICAT­I

LA CLASSIFICA DEI PRIMI 10 PAESI

Germania

Regno Unito

Francia

Italia

Spagna

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy