Il bicarbonato e il «Convegno delle streghe»
Impossibile. «Tutti sanno che una cosa è impossibile. Poi arriva uno che non lo sa e la fa». (Albert Einstein)
Solvay. Il bicarbonato fu scoperto, un po’ per caso e un po’ per fortuna, dal chimico Ernest Solvay quando aveva soli 23 anni. Questi prese allora a finanziare, ogni tre anni, un Congresso di fisica e chimica. Fece in tempo a vederne tre. Morì il 26 maggio 1922.
Streghe. Il V Congresso Solvay, dal 24 al 29 ottobre 1927, cui presero parte tra gli altri 17 scienziati futuri premi Nobel, fu ribattezzato da Einstein «Witche’s Sabbath», il convegno delle streghe.
Foto. «Una foto famosa li ritrae tutti, due file di uomini seduti e una in piedi. […] Le sedie sono sistemate sopra le scale che da Leopold Park arrivano al portone dell’istituto di fisica più importante della capitale. Si riconosce facilmente Marie Curie, perché è l’unica donna, c’è Planck con il cappello e la sigaretta in mano, Lorentz, il più vecchio, c’è naturalmente Einstein. Ci sono i giovani, Dirac, Heisenberg, Pauli, tutti sui venticinque anni. C’è il più anticonformista di tutti Schrödinger, l’unico vestito comodo, con una giacca di lino leggera e chiara, un papillon e due buffi occhialoni tondi ».
Cena. Il 29 ottobre si svolse la cena di chiusura del Congresso. Tra gli esclusi, perché non invitati: Wolfgang Pauli, Paul Dirac, Werner Heisenberg, Paul Ehrenfest. Assenti: Erwin Schrödinger, insofferente ai ritrovi formali, Max Planck.
Commensali. I 20 commensali, dal più giovane al più anziano: Louis de Broglie e Arthur Compton, entrambi 35 anni; William Bragg, 37 anni; Niels Bohr, 42 anni; Marion Mersereau, 43 anni; Max Born, 45 anni; Irving Langmuir, 46 anni; coetanei Albert Einstein e Owen Willans Richardson, 48 anni; la regina Elisabetta, nipote dell’imperatrice Sissi, ed Elisa Solvay, entrambe 51 anni; il re Alberto I, 52 anni; lo scrittore Georges Lefebvre, 53 anni; Pierre Nolf, 54 anni; Paul Langevin, 55 anni; Edmond Solvay, 57 anni; Marie Curie 59 anni; Aletta Catharina Kaiser, 69 anni; Hendrik Lorentz, 79 anni e Mark Vancaubrogh, ottantenne capitano d’artiglieria amico dei reali.
Ladra. Marie Curie, all’anagrafe Maria Skłodowska, due Nobel all’attivo, uno nel 1903 per la fisica e l’altro nel 1911 per la chimica. Due nazionalità, una polacca e l’altra francese. Da quando nel 1906 una carrozza le investì ammazzandole il marito, Pierre Curie, anche lui fisico, anche lui Nobel, per anni portò solo abiti neri. Alla cena del 1927 sedette lontana da Paul Langevin. Nel 1911 la loro relazione fece scalpore. Langevin dovette combattere cinque duelli per salvare l’onore - aveva una moglie e quattro figli - e Marie da allora fu detta la «ladra di mariti».
Gatto. Erwin Schrödinger, premio Nobel per la fisica nel 1933, con il «paradosso del gatto» dimostrò i limiti della fisica quantistica. «Si rinchiuda un gatto in una scatola d’acciaio insieme con la seguente macchina infernale: in un contatore Geiger si trova una minuscola porzione di sostanza radioattiva, così poca che nel corso di un’ora forse uno dei suoi atomi si disintegra, ma anche verosimilmente nessuno: se ciò succede, allora il contatore lo segnala e aziona un relais di un martelletto che rompe una fiala con del cianuro. Dopo un certo periodo di tempo, quindi, il gatto ha la stessa probabilità di essere vivo o morto quanto l’atomo di essere decaduto. Visto che fino al momento dell’osservazione l’atomo esiste nei due stati sovrapposti, il gatto resta sia vivo sia morto fino a quando non si apre la scatola, ossia non si compie un’osservazione».
Dirac. Paul Dirac, il fisico più schivo di tutti, del padre Charles Dirac, linguista ossessionato a tal punto dalla grammatica da costringere moglie e figlia a mangiare in una stanza separata, scrisse: «Sono introverso per colpa di mio padre».
Guerra. Albert Einstein a Sigmund Freud in una lettera del 30 luglio 1932: «C’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?». Risposta di Freud: «La guerra è colpa della natura intrinsecamente aggressiva dell’animo umano».
Notizie tratte da: Gabriella Greison, L’incredibile cena dei fisici quantistici, Milano, pp. 272, euro 15,90