Ocse: finanziare in deficit investimenti di 0,5% del Pil
«Passo avanti» le riforme costituzionali
La vittoria dei «sì» al referendum renderebbe l’Italia più governabile e darebbe impulso alle riforme: lo sostiene l’Ocse nel Global economic outlook, secondo cui c’è spazio per aumentare gli investimenti pubblici dello 0,5% del Pil per 5 anni.
L’Italia va bene e l’Ocse tifa per il sì al referendum costituzionale del 4 dicembre perché vada ancora meglio. Inoltre ritiene che ci sia spazio per aumentare gli investimenti pubblici italiani per uno 0,5% del Pil per un periodo di cinque anni. Che significa uno spazio di manovra di 8 miliardi di euro supplementari.
In sostanza ci sarebbe «la possibilità di aumentare la produttività aumentando la spesa per investimenti perché questo porterebbe a un aumento della produzione più dell’aumento del debito, riducendo così la percentuale del debito rispetto al Pil». Questo «dipende dalla differenza di ritorno dell’investimento pubblico e i tassi di interesse pagati dal governo» spiega l’Ocse.
Un atteggiamento keynesiano favorevole alla spesa pubblica anche nei confronti dei segnali d’oltreatlantico, di taglio delle tasse e aumento delle spese per infrastrutture per mille miliardi di dollari, giunti finora dal presidente-eletto Usa Donald Trump che «puntano a un atteggiamento espansionistico e sono coerenti con quello che diciamo da due anni a questa parte ». Il segretario dell’ Organizzazione economica Angel Gurria, ha ricordato che da tempo l’Ocse raccomanda agli Usa di cambiare il regime di tassazione, perché è alto e crea distorsioni». Se il mix promesso da Trump diventerà realtà «ci sarà un aumento dell’attività economica». Durante la conferenza stampa, Gurria e la capo-economista Catherine Mann hanno messo in guardia i paesi membri sull’impatto delle politiche protezionistiche che sono in aumento nel mondo dopo il referendum su Brexit e l’elezione di Trump negli Usa. «In molti Paesi il 25% dei posti di lavoro dipendono dalla domanda estera». Comunque «dopo cinque anni di risultati di una debolezza deludente, per l’economia mondiale si aprono prospettive di crescita leggermente più forti», ha concluso il segretario generale dell’Ocse.
Quanto all’Italia l’Outloook stima che cresca nel 2017 dello 0,9%, abbia un deficit al 2,4% del pil, debito al 132,3% e disoccupazione all’11 per cento. Nel suo report l’Ocse corregge di poco al rialzo (dello 0,1%), rispetto al rapporto di settembre, la stima sulla crescita mondiale (al 3,3%), quella sull’eurozona (+ 0,2% all’1,6%) e quelle di Stati Uniti (+ 0,2% al 2,3%) e Cina (+0,2% al 6,4%).
Per l’Italia, l’organizzazione economica internazionale con sede a Parigi, ha rivisto in lieve aumento la previsione di crescita (che in settembre era dello 0,8%), allineandosi a quella della Commmissione europea e fermandosi appena al di sotto di quella del Governo (1%). Operazione simile per il disavanzo: l’Ocse ha portato la sua previsione al 2,4%, in linea con il rapporto dell’Ue (e dell’esecutivo nazionale).
Sul fronte della crescita, l’Ocse prevede una leggera ripresa nel 2018 (all’1%, con i consumi in aumento dello 0,7%, dopo lo 0,6% dell’anno precedente), mentre il rapporto deficit/Pil rimarrà identico (al 2,4%, quando Bruxelles lo stima in crescita al 2,5%). Per quanto concerne il debito, l’organizzazione internazionale lo fissa al 132,3% del Pil nel 2017 (rispetto al 131,9% di giugno), più o meno in linea con l’outlook disegnato dal Governo (132,2%) e più basso delle stime Ue (1331,1%), e in lieve calo nel 2018 (al 132%). Infine la disoccupazione: per gli economisti Ocse toccherà l’11% l’anno prossimo (nel precedente outlook di giugno era prevista al 10,8%) e in discesa al 10,7% nel 2018.
Nel report, l’Ocse “benedice” la corretta impostazione della legge di bilancio 2017, ai fini di un necessario sostegno alla crescita, e l’importanza di una vittoria del “sì” al referendum costituzionale del 4 dicembre, perché quelle sottoposte al voto sono misure «che rappresentano un ulteriore passo in avanti nel processo di riforme avviato dal Paese e consentono di migliorare la governance politica ed economica».
Gli economisti dell’organizzazione insistono sul fatto che dal 2012 a oggi, grazie ai tassi d’interesse straordinariamente bassi della Bce, l’Italia ha potuto recuperare uno spazio di manovra pari a circa 15 miliardi di euro. E chiedono a gran voce che questo “tesoretto” venga utilizzate e non dilapidato soprattutto per finanziare una politica di investimenti pubblici, scesi a un livello pericolosamente basso (il 2,2% del Pil), in calo del 30% rispetto alla situazione precedente la crisi.
Quanto ai rischi nel breve, l’Ocse punta l’indice soprattutto sul peso delle sofferenze sui crediti (Npl), che rendono il sistema bancario ancora fragile e ostacolano la ripresa dei prestiti all’economia reale.
LE NUOVE STIME Per l’Italia leggera revisione al rialzo del Pil (da 0,8 a 0,9%) con deficit al 2,4% Allarme sul ritorno mondiale del protezionismo