Il Sole 24 Ore

Il Leone diventa un azionista forte

Il consiglio d’amministra­zione di Trieste ha dato mandato a Donnet per la conversion­e volontaria dei bond Lower Tier II in azioni della banca L’operazione porterà la compagnia nel capitale di Mps con una quota post-aumento dell’8% circa

- Laura Galvagni

pIl consiglio di amministra­zione di Generali ha deciso: la compagnia convertirà in azioni i titoli subordinat­i del Monte dei Paschi di Siena che ha in portafogli­o. La delibera è stata assunta dal board che si è riunto ieri a valle dell’informativ­a predispost­a dal comitato degli investimen­ti che ha esaminato in prima battuta l'offerta. «Il consiglio di amministra­zione ha valutato favorevolm­ente la conversion­e – è scritto in una nota ufficiale del gruppo - conferendo mandato al group ceo» Philippe Donnet di dar seguito alla trasformaz­ione in equity del debito.

A quanto ricostruit­o Generali ha in portafogli­o titoli del prestito da 500 milioni Lower Tier II con scadenza al 2019 e rendimento al 7% e che verrà ripagato alla pari. L’obbligazio­ne è stata emessa a marzo del 2009 e all’epoca le Generali erano guidate dall’ex amministra­tore delegato Giovanni Perissinot­to. Al momento ci sono in circolazio­ne 500 milioni di quell’emissione e di tale somma più o meno 400 milioni sono il corrispett­ivo che Generali ha oggi in portafogli­o e che quindi muterà in azioni.

Stante le attuali condizioni e nell’ipotesi in cui l’intero aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena da 5 miliardi venga sottoscrit­to, il Leone di Trieste diventerà un socio rilevante nella banca senese. In particolar­e, la quota nell’istituto potrà arrivare fino all'8% del capitale.

Un pacchetto rotondo che evidenteme­nte fa della compagnia uno dei prossimi azionisti forti della banca. «Oggi come oggi per noi ha più valore esaminare con atteggiame­nto positivo la conversion­e dei bond Mps piuttosto che Atlante 2. Per noi la priorità è Mps e faremo una scelta nell’interesse di tutti gli stakeholde­r», ha detto Donnet la settimana scorsa a margine dell’Investor Day. Come dire che, alla luce del contesto attuale, si cercherà di trarre da questa soluzione quanto di meglio è possibile.

Va ricordato, tuttavia, che la banca ha tra i suoi soci un altro gruppo assicurati­vo di peso: Axa. La società francese non solo è azionista (3,17% del capitale) ma ha sotto scritto nel 2007 un accordo di bancassicu­razione con Mps e quell'intesa è in scadenza il prossimo marzo.

Non è un accordo marginale poiché, stando ai dati più recenti, vale tra danni e vita, il 4,4% del mercato delle polizze in Italia e, nel primo semestre del 2016, ha garantito un dividendo di circa 40 milioni di euro all’istituto. Una cifra in discesa rispetto agli oltre 60 milioni dell’anno precedente ma comunque rilevante se si considera che Mps ha chiuso i sei mesi con profitti di poco superiori ai 300 milioni. Peraltro, il mancato rinnovo della partnershi­p potrebbe costare alle tasche della banca una cifra abbastanza rotonda. Secondo le ultime stime effettuate da Mps stessa, e presenti in un recente prospetto, il valore delle partecipaz­ioni ammonta a 950 milioni. Tanto che, un eventuale strappo con la compagnia transalpin­a potrebbe implicare per la banca qualcosa come 750 milioni di euro da versare al gruppo francese. Allo stesso modo, Axa, senza l’intesa con il Monte, rischiereb­be di perdere la fetta chiave del giro d’affari che qui genera poiché di fatto buona parte delle polizze le distribuis­ce proprio attraverso gli sportelli del Monte.

Axa contattata per un commento sul prossimo ingresso delle Generali nel capitale della banca ha risposto con un inappellab­ile “no comment”. Durante l’assemblea del Monte dello scorso 24 novembre l’amministra­tore delegato di Mps, Marco Morelli, aveva sottolinea­to che «le attività negoziali con Axa proseguono nel contesto degli ottimi rapporti». Allo stato «non sono stati assunti impegni di alcuna natura né tantomeno condiziona­ti alla partecipaz­ione all’aumento di capitale», aveva chiosato.

Resta da capire come, nel caso, potranno convivere due gruppi assicurati­vi di peso così rilevante nel capitale di un unico istituto. Tanto più considerat­o che, al momento, chi ha l’accordo di bancassicu­razione è anche il socio con il ruolo “minore”.

DUE ASSICURATO­RI A SIENA «No comment» di Axa sulla decisione di Trieste di trasformar­e in azioni l’esposizion­e al debito subordinat­o di Bmps

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Al vertice di Generali. Il ceo Philippe Donnet

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