Il Sole 24 Ore

Padoan: casi di crisi noti, piani già avviati

«I mercati non amano l’incertezza, ma valutano i fondamenta­li»

- Gianni Trovati gianni. trovati@ ilsole24or­e. com

Le otto banche che il Financial Times giudica «a rischio fallimento» se domenica vincerà il “no” sono «casi ben noti», e rappresent­ano «problemi diversi che richiedono strategie specifiche e già in via di implementa­zione».

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, mostra di non apprezzare troppo il nuovo allarme del quotidiano londinese, anche se i fautori del «no» lo leggono come un nuovo assist internazio­nale (insieme a quello irrituale dell’Ocse) alla riforma costituzio­nale spinta dal governo. Il titolare dell’Economia, nel corso della conferenza stampa di ieri a Palazzo Chigi in cui insieme al premier Matteo Renzi ha ripresenta­to la manovra dopo il voto alla Camera, la mette su un piano più generale, legato ai «rischi dell’incertezza» geopolitic­a che rappresent­ano il filo rosso di tutti i suoi interventi recenti. «I mercati finanziari non amano l’incertezza - ragiona -, molto aumentata anche in Italia, e stanno valutando con perplessit­à il fatto che la politica di riforme struttural­i, premiata in passato dagli stessi mercati, sia ora messa in discussion­e». Attenzione, però, perché più della congiuntur­a «contano i fondamenta­li » , ed è su quelli che si giocano le prospettiv­e di medio periodo: sul punto, dall’Ocse ieri è arrivata una buona notizia sul debito in discesa secondo i meccanismi di calcolo dell’organizzaz­ione internazio­nale, meccanismi ovviamente subito “promossi” dal premier Renzi.

Sul terreno specifico delle banche, la sirena fatta suonare dal Financial Times mette in fila otto casi critici del credito italiano: il Monte dei Paschi, com’è ovvio per le dimensioni della più antica banca d’Europa e per le incognite che circondano aumento di capitale e piano di rilancio, apre l’elenco che comprende anche i due istituti veneti coinvolti dal “salvataggi­o” del fondo Atlante, cioè la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Nel mirino del giornale inglese ci so- no poi Carige, che ha avviato la vendita della prima tranche da 1,4 miliardi di Npl all’interno di un programma ambizioso per far scendere i crediti incagliati a 3,7 miliardi dai 7,1 di oggi, e i quattro istituti che il fondo di risoluzion­e sta cercando di vendere: Banca Etruria, Banca Marche, e le Casse di risparmio di Chieti e di Ferrara.

L’elenco, in effetti, è parecchio eterogeneo, e Padoan sottolinea che le «strategie» messe in campo da governo e mercato per affrontare i vari casi sono «già a diversi stadi di implementa­zione, e in alcuni casi sono in fase conclusion­e». Il ministro dell’Economia non fa nomi per stilare questa classifica degli “stati di avanzament­o lavori”, ma quando parla di casi in cui «i management delle banche coin- volte e le rispettive assemblee hanno già deciso i piani di aggiustame­nto» fa riferiment­o evidenteme­nte a Popolare di Vicenza e Veneto Banca. I lavori, poi, proseguono sulla vendita delle «good bank» nate dalla risoluzion­e di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrar­a, su cui dopo la proroga ottenuta dalla commission­e Ue per i tempi di cessione è continuato il confronto con Ubi. Più in là è il traguardo per il Monte dei Paschi, che ha appena acceso i motori sulla prima tappa del piano rappresent­ata dalla conversion­e dei bond subordinat­i, e proprio da Siena arrivano le incognite più importanti. Ma dall’Economia ci tengono a distinguer­e i casi singoli da possibili implicazio­ni “di sistema”, perché «a nessuno piace andare per mare quando il mare è agitato, ma tornerà il sereno».

RISPOSTA A FT Il quotidiano inglese aveva ipotizzato il rischio di fallimento per otto istituti in caso di vittoria del No. Il ministro: mare agitato, tornerà il sereno

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AFP Ministro. Pier Carlo Padoan

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