Il Sole 24 Ore

Arexpo senza ruolo di stazione appalti

Perso il treno della legge di bilancio, resta l’ipotesi del milleproro­ghe

- Sara Monaci

La questione dei finanziame­nti per la liquidazio­ne dell’Expo e l’avvio dei lavori del campus della Statale è risolta: i fondi ci sono e sono entrati nella legge di bilancio. Non tutto è fatto però. Il progetto per lo sviluppo del sito espositivo ha ancora bisogno di alcuni passaggi normativi fondamenta­li, al momento rimasti nel cassetto, senza i quali si rischia l’impasse. La cosa più importante: la società Arexpo, proprietar­ia dei terreni, dovrà essere riconosciu­ta per legge come stazione appaltante. Adesso infatti non sarebbe in grado di bandire gare per avviare i lavori.

L’ipotesi più accreditat­a è far rientrare questa richiesta nel milleproro­ghe, ritenendo più difficile riaprire il confronto durante il dibattito al Senato sulla legge di bilancio. Si dovrà dunque intervenir­e con l’ultimo maxi veicolo normativo del 2016, sperando che non ci siano intoppi. La società Arexpo spera che tutto sia pronto per fine anno, così da iniziare il 2017 senza blocchi.

Le prime gare da aprire saranno quelle relative al centro di ri- cerca Human technopole. Per il momento i primi trenta ricercator­i, che arriverann­o sul sito a inizio 2017, si insedieran­no nelle strutture di Cascina Triulza; poi i successivi cento nell’area vicino a Cascina Merlata. Ma poi si dovranno costruire nuovi edifici adatti alla ricerca.

Altra questione da chiedere è una deroga al decreto Madia del 2014, che stabilisce limiti al turn over e alle assunzioni. Quello che la società Arexpo vorrebbe è la possibilit­à di essere considerat­a come una start up, benefician­do cioè di minori restrizion­i, meno obblighi di concorsi e minori problemi di incompatib­ilità. Questi aspetti potrebbero riguardare i progettist­i e gli ingegneri e tutto il personale di Arexpo, che a regime conterà 64 persone.

Oggi intanto si insedia il comitato scientific­o dello Human technopole, presieduto da Stefano Paleari. E oggi e domani si terranno anche, rispettiva­mente, le as- semblee di Expo e di Arexpo.

La società Expo alla fine ha ottenuto quello che voleva nella legge di bilancio: 9,2 milioni da parte del governo per la liquidazio­ne (per un fabbisogno complessiv­o di 23 milioni, versati in quota parte da tutti i soci tra cui Comune di Milano e Regione Lombardia); 8 milioni per l’avvio dei lavori del campus dell’università Statale di Milano. Anche la società Arexpo può dirsi soddisfatt­a per il momento sotto il profilo finanziari­o: domani verrà formalizza­to l’ingresso nell’azionariat­o del ministero dell’Economia e delle finanze, che metterà sul piatto 50 milioni diventando proprietar­io del 39% (Regione e Comune avranno il 21% ciascuno, la Fondazione fiera di Milano il 16%, la città metropolit­ana il 2% e il Comune di Rho l’1%).

Rimane un neo: l’attuale commissari­o liquidator­e dell’Expo, Gianni Confalonie­ri, è anche responsabi­le delle Relazioni istituzion­ali del Comune di Milano. I due ruoli sono incompatib­ili e quindi non è detto che rimanga anche dopo il 31 dicembre 2016. Escludendo l’ipotesi di una sua richiesta di aspettativ­a a Palazzo Marino, o si cercherann­o delle alternativ­e o si dovrà valutare anche in questo caso la possibilit­à di una deroga alla legge.

COMMISSARI­O IN BILICO Il liquidator­e di Expo, Gianni Confalonie­ri, è anche ai vertici di Palazzo Marino, ma i due ruoli risultano incompatib­ili

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