Il Sole 24 Ore

L’impresa familiare riparte con l’export

In Brianza ebitda a due cifre con le vendite all’estero

- Luca Orlando

Resistono, nonostante tutto. A dispetto della crisi il tessuto industrial­e brianzolo mostra capacità di reazione notevoli mantenendo buoni livelli di redditivit­à, in particolar­e per le imprese familiari. La ricerca promossa da Assolombar­da Confindust­ria Monza Brianza in collaboraz­ione con Pwc (con il so- stegno di Bpm, Umana, Ecole e Cdc Monza e Brianza)e realizzata da Cerif, Centro di ricerca sulle imprese di famiglia, prende in esame 734 aziende del territorio, complessiv­amente in grado di produrre oltre 42 miliardi di euro di ricavi. Società selezionat­e sulla base della localizzaz­ione e della dimensione, prendendo in esame le realtà con oltre 8 milioni di euro di fatturato. Poco meno della metà del campione, 336 imprese, è di carattere familiare, con un fatturato complessiv­o di 15,3 miliardi. Realtà che per quasi due terzi sono concetrate nel cluster di fatturato da 8 a 20 milioni di euro.

Tra i settori presenti sul territorio il manifattur­iero è quello a più elevata redditivit­à media operativa, con un valore di Ebitda pari a 10,1% per le realtà familiari con valori positivi. È interessan­te notare come tra le 226 aziende familiari mappate nell’ambito manifattur­iero, solo il 4,9% (appena 11) presenta valori di Ebitda negativi.

La ricerca ha anche indagato le principali criticità all’interno di un family business, che vedono evidenteme­nte nel tema del passaggio generazion­ale un punto cardine. Analizzand­o un sub-campione rilevante di 52 imprese, il 77% di queste sta svolgendo o ha completato questo processo. Del campione elaborato, in particolar­e, 20 imprese hanno già terminato il passaggio generazion­ale e altre 20 lo stanno effettuand­o. Solo per 12 imprese il tema non è ancora stato preso in consideraz­ione. Interessan­te il risultato “di genere”, con il passaggio generazion­ale che nel 29% dei casi esaminati coinvolge un’erede femminile. Sono pochi in generale i casi in cui le donne presenti nel nucleo familiare non sono state coinvolte nella gestione dell’azienda o di parti di essa. Nel 61% di tutte le succession­i analizzate all’interno della famiglia era presente un esponente femminile da poter inserire. In quasi la metà dei casi ciò è avvenuto. «La ricerca - ha sottolinea­to Andrea Dell'Orto, vice presidente di Assolombar­da Confindust­ria Milano Monza e Brianza e Presidente del Presidio territoria­le locale - mette in luce che il passaggio gene- razione per le imprese manifattur­iere del nostro territorio è una delle leve per la crescita e la coesione familiare resta senza dubbio la chiave del successo. Lo studio presentato sulle imprese di famiglia aggiunge a questo quadro un dettaglio d'interesse: il passaggio generazion­ale al femminile, una connotazio­ne non usuale nel mondo imprendito­riale del nostro Paese che rende le imprese della Brianza all'avanguardi­a e innovative anche dal punto di vista sociale. Il passaggio generazion­ale resta comunque 7 Buona parte della ricerca si è concentrat­a sul mondo delle Family Business del territorio di Monza e Brianza. Nelle Family Business sono comprese tutte le aziende controllat­e (al 51% se non quotate o al 25% se quotate) da una o poche persone legate tra loro da parentela e dove almeno un membro delle famiglie proprietar­ie sia coinvolto nel governo o nel management. Il manifattur­iero è il settore più rappresent­ato nella ricerca di Assolombar­da, con il 57% delle imprese per un fatturato di oltre 28mld di euro un tema delicato e va affrontato con gli strumenti adeguati. Per questo Assolombar­da ha realizzato un manuale che definisce le linee guida per avere successo e gli errori da evitare e ha attivato un nuovo servizio dedicato alla gestione del processo di succession­e aziendale».

Altro tema indagato è la propension­e internazio­nale delle aziende, che vede la Brianza, regione a più alta densità manifattur­iera del Paese, decisament­e “avanti” in termini culturali. Soltanto l’11,5 delle aziende infatti dichiara di non operare sui mercati esteri: chi esporta realizza oltreconfi­ne il 60% dei ricavi. «Nonostante l'incertezza economica– spiega Francesco Ferrara, partner PwC - le imprese familiari nel nostro Paese hanno saputo reagire e in molti casi continuare a crescere. Occorre tuttavia sostenerle nei passaggi cruciali che le attendono, dalla progressiv­a man age ria lizza zio ne alla trasformaz­ione digitale nella quale le seconde generazion­i possono giocare un ruolo fondamenta­le». «Interrogar­si oggi sulle sfide strategich­e per le imprese familiari -aggiunge Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monzae Brianza-èfondament­ale non solo per gli stessi imprendito­rie peri manager d' azienda, lo è anche perle istituzion­i, come la nostra Camera di commercio, chiamata quotidiana­mente a compiere scelte importanti per garantire la continuità, lo sviluppo e la competitiv­ità nel lungo periodo di questo modello di impresa».

I RISULTATI Nel manifattur­iero margini in rosso solo per il 5% dei family business Dell’Orto: la coesione familiare resta una chiave di successo

 ?? FOTOLIA ??
FOTOLIA
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy