L’impresa familiare riparte con l’export
In Brianza ebitda a due cifre con le vendite all’estero
Resistono, nonostante tutto. A dispetto della crisi il tessuto industriale brianzolo mostra capacità di reazione notevoli mantenendo buoni livelli di redditività, in particolare per le imprese familiari. La ricerca promossa da Assolombarda Confindustria Monza Brianza in collaborazione con Pwc (con il so- stegno di Bpm, Umana, Ecole e Cdc Monza e Brianza)e realizzata da Cerif, Centro di ricerca sulle imprese di famiglia, prende in esame 734 aziende del territorio, complessivamente in grado di produrre oltre 42 miliardi di euro di ricavi. Società selezionate sulla base della localizzazione e della dimensione, prendendo in esame le realtà con oltre 8 milioni di euro di fatturato. Poco meno della metà del campione, 336 imprese, è di carattere familiare, con un fatturato complessivo di 15,3 miliardi. Realtà che per quasi due terzi sono concetrate nel cluster di fatturato da 8 a 20 milioni di euro.
Tra i settori presenti sul territorio il manifatturiero è quello a più elevata redditività media operativa, con un valore di Ebitda pari a 10,1% per le realtà familiari con valori positivi. È interessante notare come tra le 226 aziende familiari mappate nell’ambito manifatturiero, solo il 4,9% (appena 11) presenta valori di Ebitda negativi.
La ricerca ha anche indagato le principali criticità all’interno di un family business, che vedono evidentemente nel tema del passaggio generazionale un punto cardine. Analizzando un sub-campione rilevante di 52 imprese, il 77% di queste sta svolgendo o ha completato questo processo. Del campione elaborato, in particolare, 20 imprese hanno già terminato il passaggio generazionale e altre 20 lo stanno effettuando. Solo per 12 imprese il tema non è ancora stato preso in considerazione. Interessante il risultato “di genere”, con il passaggio generazionale che nel 29% dei casi esaminati coinvolge un’erede femminile. Sono pochi in generale i casi in cui le donne presenti nel nucleo familiare non sono state coinvolte nella gestione dell’azienda o di parti di essa. Nel 61% di tutte le successioni analizzate all’interno della famiglia era presente un esponente femminile da poter inserire. In quasi la metà dei casi ciò è avvenuto. «La ricerca - ha sottolineato Andrea Dell'Orto, vice presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Presidente del Presidio territoriale locale - mette in luce che il passaggio gene- razione per le imprese manifatturiere del nostro territorio è una delle leve per la crescita e la coesione familiare resta senza dubbio la chiave del successo. Lo studio presentato sulle imprese di famiglia aggiunge a questo quadro un dettaglio d'interesse: il passaggio generazionale al femminile, una connotazione non usuale nel mondo imprenditoriale del nostro Paese che rende le imprese della Brianza all'avanguardia e innovative anche dal punto di vista sociale. Il passaggio generazionale resta comunque 7 Buona parte della ricerca si è concentrata sul mondo delle Family Business del territorio di Monza e Brianza. Nelle Family Business sono comprese tutte le aziende controllate (al 51% se non quotate o al 25% se quotate) da una o poche persone legate tra loro da parentela e dove almeno un membro delle famiglie proprietarie sia coinvolto nel governo o nel management. Il manifatturiero è il settore più rappresentato nella ricerca di Assolombarda, con il 57% delle imprese per un fatturato di oltre 28mld di euro un tema delicato e va affrontato con gli strumenti adeguati. Per questo Assolombarda ha realizzato un manuale che definisce le linee guida per avere successo e gli errori da evitare e ha attivato un nuovo servizio dedicato alla gestione del processo di successione aziendale».
Altro tema indagato è la propensione internazionale delle aziende, che vede la Brianza, regione a più alta densità manifatturiera del Paese, decisamente “avanti” in termini culturali. Soltanto l’11,5 delle aziende infatti dichiara di non operare sui mercati esteri: chi esporta realizza oltreconfine il 60% dei ricavi. «Nonostante l'incertezza economica– spiega Francesco Ferrara, partner PwC - le imprese familiari nel nostro Paese hanno saputo reagire e in molti casi continuare a crescere. Occorre tuttavia sostenerle nei passaggi cruciali che le attendono, dalla progressiva man age ria lizza zio ne alla trasformazione digitale nella quale le seconde generazioni possono giocare un ruolo fondamentale». «Interrogarsi oggi sulle sfide strategiche per le imprese familiari -aggiunge Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monzae Brianza-èfondamentale non solo per gli stessi imprenditorie peri manager d' azienda, lo è anche perle istituzioni, come la nostra Camera di commercio, chiamata quotidianamente a compiere scelte importanti per garantire la continuità, lo sviluppo e la competitività nel lungo periodo di questo modello di impresa».
I RISULTATI Nel manifatturiero margini in rosso solo per il 5% dei family business Dell’Orto: la coesione familiare resta una chiave di successo