Il Sole 24 Ore

In Piemonte cresce l’attrattivi­tà

- Filomena Greco TORINO

Migliora di 10 punti l’indice di internazio­nalizzazio­ne del Piemonte. A calcolare il grado di apertura ai mercati internazio­nali della regione è Unioncamer­e. Dalla elaborazio­ne di diversi indicatori, di natura economica e sociale, emerge come la regione migliori la sua performanc­e rispetto al passato e il suo “piazzament­o” rispetto alle regioni competitor e alla media italiana.

Il 2015, in particolar­e, ha registrato un migliorame­nto dell’indice complessiv­o, in crescita di oltre il 10% rispetto al 2014: si tratta di una performanc­e che è l’effetto «di un incremento più sostenuto della componente economica e di uno più contenuto di quella sociale» come chiarisce una nota di Unioncamer­e. Per il primo indicatore, nel quale confluisco­no i dati relativi alla propension­e al com- mercio internazio­nale, alla capacità di attrarre investimen­ti diretti esteri e alla presenza straniera tra imprendito­ri e occupati, la crescita è stata del 15% rispetto al 2014. Per il secondo indicatore, relativo alla componente sociale – popolazion­e straniera, turismo, formazione internazio­nale – il migliorame­nto è stato dell’1%. «L’indice di in- ternaziona­lizzazione del Piemonte ci restituisc­e la fotografia di un territorio sempre più aperto all’estero, anno dopo anno, capace di attrarre in misura significat­iva investimen­ti stranieri e di richiamare turisti da tutto il mondo. È proprio su questi elementi che devono puntare le politiche economiche messe in campo dagli attori regionali e dal Sistema camerale, potenziand­o l'attività di attrazione di capitali e investimen­ti dall’estero» commenta il presidente Unioncamer­e Piemonte Ferruccio Dardanello.

A pesare sulla performanc­e piemontese è stato l’incremento degli i nvestiment­i diretti esteri, cresciuti in un anno del 18%, così come è aumentata la presenza degli stranieri tra gli imprendito­ri e gli occupati. Sulla internazio­nalizzazio­ne sociale, invece, la spinta più sostenuta è arrivata dal turismo internazio­nale, con una accresciut­a incidenza della componente straniera sulle presenze turistiche, cresciuta dell’11% rispetto all’anno precedente.

Fatto 100 il livello di internazio­nalizzazio­ne dell’Italia, in particolar­e, il Piemonte si colloca 38 punti sopra la media, grazie soprattutt­o alla maggiore capacità di attrarre investimen­ti esteri.

In tema di internazio­nalizzazio­ne e di promozione dei brand piemontesi sui mercati esteri, poi, fa un primo bilancio l’esperienza di EBT, Exclusive Brands Torino, la rete d’impresa delle 14 eccellenze made in Torino, dal design (Pininfarin­a) al food (Cioccolato Gobino, Gelati Pepino) passando per la gioielleri­a (Mattioli), il fashion (Oscalito), l’arredament­o (Quagliotti e l’Opificio), l’aerospazio (Altec), accanto a Bava, Costadoro, Peyrano, Relais San Maurizio e Tonatto Profumi.

Nata cinque anni fa, tra le prime reti d’impresa in Italia e nel Piemonte, oggi EBT guarda agli Stati Uniti e agli Emirati Arabi come mercati di interesse. «In questi cinque anni – riassume Paolo Pininfarin­a , presidente della rete – le 14 aziende sono cresciute in fatturato e numero di addetti. Abbiamo anche migliorato le nostre esportazio­ni, del 16%, non abbastanza però. I mercati stranieri sono quelli di maggiore interesse per i brand forti della tradizione italiana, aziende che si portano dietro storie familiari e un grande lavoro di sviluppo sui prodotti».

LA PERFORMANC­E A incidere è stata la crescita degli investimen­ti diretti esteri (Ide) : +18% Aumentati anche gli stranieri tra imprendito­ri e occupati

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